14 NELLO VIAN très lié, une lettre de vives réproches et il se dit désolé de voir servir le grane! talent du poète à de si misérablcs chosrs. Nous ne dirons pas le nom de cet écrivain qui est à présent professeur dans notrc Université; son nom sera certes sur les lèvres de tour le monde qui s'est occupé dc lettres pendant Ics vingt dernières années » <• 31_ La rivelazione non lasciava incertezze sulla persona dello scrittore, e urtò alcuni giovani amici del Salvadori come « una volgarissima azioue ». Nell'Ateneo di Paolo Mattei Gentili apparve una fiera protesta<••>, scritta probabilmente da questo, in cui si usavano parole grosse, scoprenti !'eccitazione del momento. In realtà, il d'Annunzio, a parte la indelicatezza di fare uso in pubblico di una lettera ricevuta da un amico, non ne aveva deriso il contenuto, come denunciava l'Ateneo. Certo sua era la deplorazione che l'antico compagno, il quale avrebqe potuto essergli pari nella fama, pur che avesse voluto operare per l'arte con il fervore delle comuni vigilie letterarie (questo il riconoscimento che ne raccolse Giuseppe Cellini) fosse stato allontanato dal culto della bellezza per quel suo « intransigente misticismo». Ma come poteva, egli, esprimere un diverso giudizio ? Non mutò, dopo questo episodio, l'animo del Salvadori; nè egli rinunziò di leggere talvolta le opere Dannunziane, che passava anche a spirituali amici. La persona venerata di uno di questi, il padre Lorenzo Cossa, gli fece paragonare una volta quelle due vite, scrivendo a una gentildonna: « Rimando il libro che Ella mi favorì, quale a me l'ha rimandato il p. Cossa. E penso, che differenza tra una vita piena e pura, tutta spesa per gli altri con una bontà che a me fa sentire quella di Dio, e una vita sciupata e profanata in fantasie vane che non può guardarsi addietro senza orrore di quello che ha fatte e detto. Mi perdoni se non so dir meglio l'impressione rimastami, dalla lettura, dell'uomo, più che del libro, mentre pur sento quante belle doti d'ingegno avrebbe avuto il mio antico compagno» <•s>. In altre occasioni, non ostante l'accoglienza fattà alla lettera per la Laus vitae, il Salvadori tornò a rivolgersi direttamente a lui, quando gli eventi della patria e le vicende personali parvero riaprirgli nell'animo sentimenti di nuova umanità. Gli scrisse in Francia, così, per la pubblicazione della Canzone d'oltremare, esaltante glorie epiche e cristiane d'Italia, come più tardi per la parte che egli prenderà alla grande guerra; e non occorre dire che il consentimento e l'ammirazione si originano, (13) L'Itali-e, 8 juin 1903. (l<I} La disinvoltura di Gabriele d'A11111w:::.inod,l"Alt'neo, 20 giugno 1903. (25) Lettera :111.i march. C. Honorati Colocci, Roma, 8 febbraio 1908 (incdiL:a).
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