Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

237 anche alla compiacente attività di occultamento che viene svolta da unsistema di comunicazioni politiche (privato e pubblico, stampato etelevisivo) strettamenteconnessoall'uno o all'altro dei partiti dominanti mediante rapporti di collusione (networks, quotidiani «indipendenti») o di lottizzazione (tv di stato). 2. Un sistema neo-trasformista di scambi politici fra maggioranzaufficiale e opposizionecomunistache legastrettamente fra loro alcune«arene» (parlamento; rapporti governo/enti locali; rapporti «triangolari» sindacati, Pci, partiti di governo, ecc.). Seguardiamo ad esempio ai rapporti centro-periferia (una dimensione cruciale dell'assettopolitico) scopriamo facilmente che questi rapporti hanno un caratteremarcatamenteconsociativo-spartitorio, in cui sarebbe del tutto vanodistinguere fra la maggioranza e l'opposizione. Non solo: questi rapporti sono ormai di natura tale che condizionano largamente l'attività e i comportamenti dei partiti sul piano nazionale. Ho sostenuto in varie sedi, e ripeto qui, che ritengo i rapporti fra Pci e maggioranza di governo ufficiale al «centro» (in parlamento) fortementecondizionati dalle contrattazioni e dagli scambi che si verificano lungo l'asse centro-periferia, nei rapporti fra governo, regioni edenti locali): ciò che1.1Pci ottiene (ad es., in risorse finanziarie) per l'amministrazione degli enti locali, esso restituisce sotto forma di opposizionemorbida, cooperativa, al centro del sistema politico. Una analisi checonfrontassesistematicamentescelte e comportamenti parlamentari quotidiani con gli accordi e le transazioni che si verificano lungo l'asse centro-periferia (ad esempio, fra l'Anci, l'associazione dei comuni, e i l governo) offrirebbe, credo, molti spunti per comprendere i l reale funzionamento di questo sistema politico. Che si tratti di un sistema politico che si regge su rapporti neo-trasformisti puòessere facilmente provato: basta osservare con un minimo d'attenzionequanto accade in parlamento. E' noto a tutti che il parlamento italiano dal dopoguerra in poi (ricollegandosi in ciò alle «illustri» tradizioni trasformiste del secolo scorso) non ha mai funzionato sulla base di distinzioni e di contrapposizioni nette fra maggioranza e opposizione. La partecipazione del Pci alle attività legislative dellamaggioranza è stata spiegata, in passato, in vari modi: comeun'espedientemediante i l quale i l Pci cercava di ridurre i l proprio isolamento politico (soprattutto, negli anni cinquanta-sessanta); come una fase preparatoria del successivo incontro fra comunisti e democristian,i (nei primi anni settanta). Ma che dire quando lo stesso comportamentoparlamentare lo ritroviamo in condizioni politiche (apparentemente) molto cambiate; ossia nel momento in BibliotecaGinoBianco

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