Quaderni Piacentini - Nuova Serie - n. 12 1984

mento il concetto di dipendenzapatologica a tutti i tossicodipendenti chechiamiamo junkies. Si tratta del gruppo più rilevante dei consumatori di eroina e a Amsterdamsono valutati intorno ai 1.200. I junkies vengono definiti dall'impegno a tempo pieno nella ricerca della droga preferita o, se non riescono a trovarla, di un sostituto. Fra di loro non tutti hanno un aspettoestremamente trasandato, senon altro perché né chi ruba nei negozi, né chi spacciaassegni falsi, né chi si prostituisce può permetterselo. Per rispondere alla secondadomanda mi riferirò all'opera dell'analista e psichiatra americano Norman Zinberg. Zinberg cerca di mostrarecome venga costruita l'origine psichica, patologica e individuale del comportamento junkie. Nella descrizione dei junkies non è molto tenero: «Sono tutti molto simili: di solitosonomagri, indossanoabiti trasandati, non curano la persona. All'inizio la conversazionerivela la preoccupazione quasi esclusiva di procurarsi l'eroina o unsurrogato e lo stile di vita che circonda l'uso coatto di tale droga» [12] . Inoltre dimostrano una chiara identità negativa, credono ingenuamente in ogni sorta di processi magici, sonoparanoici e il deterioramento delle funzioni del Superio è drammatico. Se qualcosa non va, è colpa degli altri. Non possonoragionaresecondo logica e la loro memoria è cattiva. Già non è poco. Ma Zinberg non si ferma qui. Aggiungeche «il loro stato psicologico quotidiano sembra compatibile con una diagnosi di schizofrenia bordeline o peggio». Il risultato, secondoZinberg, è che unopsicologo o uno psichiatrapossa trovaremolto tentante di servirsi di tutte questeosservazioni per costruire delle spiegazioni psicologiche della tossicodipendenza. Cioè spiegazioni in cui -le radici della tossicodipendenzavengono individuate in caratteristiche psichicheevidentementepatologiche e, ciò che è essenziale, già latenti nell'individuo prima che questi diventi tossicodipendente. Ma Zinberg non ne è convinto. Si chiede quali prove ci siano che lo stato della personalità che questi tossicodipendenti presentano dipenda da una struttura psichicaprecedente all'instaurarsi della tossicodipendenza. A suo parere non è possibile avere prove, e quindi ritiene inaccettabile «spiegare» le caratteristichementali dei dipendenti d'eroina postulando irrisolti problemi mentali preesistenti alla tossicodipendenza. E definisce questo tipo di spiegazione «falsificazione retrospettiva». Ma ritorniamo a Craig. La sua rassegna della letteratura sulle caratteristiche della personalità dei dipendenti da eroina si conclude conmolte raccomandazioni di ricerca. La conclusione che «è imBiblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==