Alessandro Lustig - La preparazione e la difesa sanitaria dell'esercito

-1e- . I greziadi una rigorosa dslnlezione, fatta col tnetodo che essi prese il nom~, dei corredi e degli equipaggiam ti d~i singoli sol~lati reduci dalla guerra contro i russi,- Solo con un ben organizzato servizio di di~si ezione e con tutte le altre cautele profilattiche, volute 'dall'igiene, che del resto non differiscono da quelle cif si usano in tempo di pace, uno Stato può garantirsi dal pericolo inerente al rimpatrio delle truppe dopo la/guerra. Ma questa profilassi deve far parte integrante/del servizio sanitario dell'esercito, nè vale fidarsi solo delle misure che le autorità sanitarie civili possono prendere verso i singoli militari che tornano ai paesi nativi. Dipenderanno in gran parte dalle misure profilattiche che si sono prese prima dello scoppio delle ostilità e durante la guerra le condizioni sanitarie del Paese a guerra finita. IV. - Le vaccinazioni (immunizzazioni) quale mezzo di difesa contro le malattie infettive. Uno dei principali mezzi profilattici nell'esercito deve essere costituito dalla vaccinazione preventiva contro le malattie infettive. Oggi tale vaccinazione non si limita più a quella contro il vaiuolo, ma può e deve vantaggiosamente estendersi anche al tifo addominale ed eventualmente alla dissenteria e al colera. 1 ° - La vaccinazione antivaiolosa. - Ha ormai al suo attivo una fortunata esperienza di tanti anni e di tantf milioni di casi che è quasi superfluo ricordare l 'indiscutibile valore di questo mezzo profilattico. Quasi tutti i Governi hanno ormai imposto per legge la vaccinazione e taluni anche la rivjlccinazione, come mezzi che dimirmiscono non solo la morbilità, ma anche la mortalità. La Prussia rese obbligatoria la vaccinazione nell'esercito fino dal 1834, e nella popolazione civile nel 1874. La mortalità per vaiuolo in Germania, grazie alla rigorosa apBiblioteca Gino Bianco

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