Cesare Battisti - Il Trentino italiano

- J2 - alle altre nazionalità, poche cattedre universitarit e l'autonomia del Trentino. L'Austria, accettando, avrebbe forse formato dei cittadini pacifici e soddisfatti di un governo straniero, comt i nizzardi o i ticinesi. L'Austria negò tutto. Escogitò invece nuove torture, nuove persecuzioni, e la sonnolenta Italia dovètte ridestarsi all'udire i colpi del bastone tedesco, laceran.te le carni dei fratelli italiani. Ma furono sobbalzi, furono sussulti momentanei. Da Roma si imponeva alla stampa, alla grande stampa di sopprimere ogni notizia d'oltre confine. La Triplice si rinnovava regolarmente. Passavano inavVèrtiti al pubblico italiano i rivolgimenti interni della monarchia, preannuncianti non· lontane trasformazioni. La annessione austriaca della Bosnia Erzegovina, senza compensi per l'Italia, suscitava la nobile pr"testa di Alessandro Fortis, che era però dimenticata dopo ventiquattro or.e. Solo negli ultimissimi anni alcuni giornalisti (le dita di una mano sono di troppe per contarli) dopo aver sentito per la centesima volta che gli studenti italiani erano bastonati a sangue, e i regnicoli sfrattati da Tri~te e i cittadini di Fiume accusati di delitti commessi dalla polizia ungherese, e i trentini ferocemente burlati con la eterna promessa dell'autonomia, pensarono a esplorare le terre irredente, divenute per l'ItaHa terre ignote, come quelle che i cartografi antichi indicavano con la scritta : hic sunt leones, implicitamente affermando che &ran terre nelle quali bisognava avventurarsi solo con grande circospezione. Ragioniche Impongonola Il• berazlone del Trentino : la supremaragionenazionale. L'annuncio della guerra dell'Austria alla Serbia, la conflagraziot1e terribile scatenatasi in tutta Europa hanno cosi tr.ovato l'ltl\lia moralmente (non altrettanto, per torBiblioteca G·no Bianco

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