il Potere - anno II - n. 5 - maggio 1971

pag. 6 PROBLEMI DI ECOLOGIA Verso la fine dellavitaumana ? L' UOMO, avendo come specie nullo o poco interesse per una razionale e morale gestione del territorio e dei beni naturali che sono imprescindibile esigen– za biologica di ogni vivente, tende a sca– ricare i propri rifiuti fuori dalla immedia– ta portata dei suoi organi di senso senza curarsi delle conseguenze. Per soddisfa– re questa sua esigenza, da tempo imme– morabile ha scoperto che la cosa più fa– cile è sfruttare i fluidi ambientali che, principalmente per gli effetti dell'insola– zione e della gravitazione universale, so– no in continuo movimento. Per trasporto fisico, oppure per solubilizzazione e tra– sporto chimico, oppure ancora per meta– bolizzazione e trasporto biotico, i rifiuti scaricati nei fluidi ambientali finiscono con l'essere dispersi e trasportati in buona parte lontano dal luogo di immis– sione. Questo costume, come si disse. dura da tempi immemorabili: l'uomo, per esem– pio, da sempre ha stolidamente concepi– ti ed usati I corsi d'acqua continentali come acquedotti nella loro parte a mon– te degli insediamenti umani e come fo– gne (e talvolta persino come cimiteri) nella loro parte a valle. Tuttavia, solo da qualche decennio le tre • esplosioni • de– mografica, tecnologico-industriale ed ur– banistica, agendo insieme, hanno preso ad impedire che nel percorso compiuto fra un centro ed il successivo l'acqua potesse autodepurarsi a sufficienza. Solo da allora il corso d'acqua è, in coinciden– za di tempo e di spazio. assieme usato come acquedotto e fogna, riserva idrica e discarica di rifiuti di ogni sorta. Ma, purtroppo, l'uomo va alterando non solo i mezzi fluidi, ma anche l'atmosfera e l'idrosfera: in effetti, anche l'inquinamen– to del suolo è una realtà non poco tragica. In primo luogo, il circuito di sostanze tossiche e cancerogene all'interno del te– traedro bio-geo-idro-atmosfera è continuo in ogni direzione e verso. Esiste pertanto una sorta di entropia tossica, che si reg– ge su meccanismi fisici, chimico-fisici. chimici e biologici. La malattia di Minamata In secondo luogo, ogni attività umana, sia pur mediatamente, interessa pure il suolo, ed è ben noto che quasi ogni azio– ne nata da pensiero altera l'ambiente. Cosi, nell'ambito delle attuali comunità dette civili, l'attività agricola con i pesti· cidi ed i fertìllzzanti, quella zootecnica con effluenti e medicinali, quella indu– striale con fumi, nebbie, liquami e scari– chi solidi, quella domestica con lumi, de– tersivi eccettera, contaminano il suolo e le stesse acque sotterranee a profondità COMITATO DI REDAZIONE Luciano Faragutl - Alberto Gagllarcti Mila Garaventa - Rosa Elisa Gian– gola - Bruno Orsini - Filippo Pe– schiera . Giorgio Rlgglo • Ugo Si– gnorinl • Gianni Tambuni . Vittorio Traverso RESPONSABILE Alberto Gagliardi Indlrlno: Caseiia Postale 1665 16100Genova Aut. del Trib. di Genova rt. 14/70 del 4/4/1970 Uffici: Salita Pollaiuoli 13/1 Genova Una copia lire 100 Abbonamento annuo lire 1000 li versamento va effettuato usufruen– do del c/c postale n. 4/6585 intestato a • Il potere• Casella Postale 1665 16100 Genova PUBBUCITA' L. 150 al mm/colonna Distributore: Tardito, via S. Stefano 32 Genova Tipografia: Grafica BI-ESSE- Genova Telefono 58.18.60 sempre maggiori. E' ovvio che la desertificazione e la laterizzazione subiranno in futuro un in– cremento rilevante. E questo, per altri motivi, awiene anche in altri territori ove trovano insediamento gruppi etnici primitivi e sottosviluppati. Basti ad esempio pensare agli incendi che in Italia devastano annualmente gran parte di quel poco che ancora ci rimane della macchia mediterranea, della vegeta– zione delle dune costiere, delle brughie– re delle pinete litorali, dei boschi colli– nari e montanL Tali incendi sono dovuti all'azione an– tropica, vuoi volontaria, vuoi Involontaria, tanto diretta (faville sfuggite dai fuochi accesi da lavoratori, turisti eccetera, op– pure da motori o ruote metalliche, fiam– miferi e mozziconi gettati ancora accesi) che indiretta (cocci di vetro che ai rag– gi del sole possono fungere da lenti ustorie). Tanto per citare un dato approssimati– vo, taluni parlano di 30 mila ettari di bo– schi distrutti annualmente in Italia, negli ultimi tempi, contro i 20 mila ettari rim– boschiti ogni anno. Ogni anno, quindi, perderemmo 1O mila ettari netti di soli boschi! Non dobbiamo poi dimenticare il boom dell'automobile e della motocicletta che ha portato a disposizione del vasto pub– blico un complesso di mezzi utilizzati an– che fuori strada, su spiagge, su dune costiere, nelle pinete litorali, nelle bru– ghiere. Oggi, addirittura, si producono automezzi e motociclette atti proprio al– l'impiego In campagna ed i cui danni al patrimonio naturale sono incalcolabili. Assai grave, poi, è l'inquinamento da sostanze chimiche che gli animali, tanto subaerei che acquatici, trovano nelle pro– prie catene alimentari e metabolizzano. Si pensi. ad esempio, che le piante nel– le vicinanze delle autostrade contengono da 50 a 200 mg. di piombo per ogni Kg. di materiale vegetale umido, e che in prossimità di incroci del traffico, questi valori salgono fino a 3 mila mg. per ogni Kg. Inoltre, enormi quantità di piombo raggiungono I mari e sono metabolizzate dai vegetali. Secondo recenti calcoli, si tratterebbe di circa 500 mila tonnellate al– l'anno nel solo emisfero settentrionale, e mancano dati su quale percentuale entri a far parte della rete tropica, di cui ab– biamo parlato, ma essa deve essere mol– to alta. Quanto al mercurio, è inutile dilungar– ci: acque di scarico contenenti suoi com– posti vengono emesse da industrie chi– miche, altre sue sostanze composte so– no usate per disinfettare le sementi, ec– cetera; fatto sta che molti organismi acquatici concentrano composti del mer– curio nei propri tessuti, come, fra gli ani– mali, larve di insetti, molluschi pesci. Trasmesso da organismo ad organismo ed eliminato solo in qualità insignificanti, il mercurio si concentra via via negli or– ganismi che costituiscono i vari anelli successivi delle caten@ alimentari; cosic, ché, ad esempio, in aquile marine del Mar Baltico si è riscontrato un accumulo nel tessuto adiposo di 50 mg. per Kg. di peso corporeo. Per inciso ricordiamo i bam– bini del Nuovo Messico accecati, nel di– cembre 1969, dall'ingestione di carne di suino tossica per l'alto contenuto in mercurio. E accenniamo anche alla malattia di Minamata, che ormai conoscerete di no– me tutti, la quale è dovuta al fatto che determinate industrie impiegando taluni composti organici del mercurio e immet– tendoli con i rifiuti nei loro affluenti, cioè nei fiumi e nel mare, hanno via via intossicato i vegetali acquatici: questi hanno concentrato tali sostanze tossiche malgrado esse fossero talmente diluite nell'acqua da non essere rilevabili all'ana– lisi chimica. Cosi ad un dato punto è stata messa in rilievo una serie di sintomi patologici in popolazioni costiere giapponesi e an– che di animali che si cibavano di organi– smi acquatici, e si è scoperto che que– sta malattia (insidiosa pérché quando si manifesta è ormai gravissima) è diffusa non soltanto in Giappone, ma in certe zone dell'Europa, per esempio in taluni bacini adiacenti all'Atlantico settentrio– nale. Ultimamente il professor Ui, uno dei giapponesi che hanno studiato la ma– lattia di Minamata, ha riscontrato in den– ti e capelli di uomini italiani di determi– nate zone la presenza di questi compo– sti del mercurio. Quindi, ad esempio - tanto per dirne una - il vecchio andan– te che il mare è una risorsa illimitata di acque, di minerali, di alimenti, eccetera, è una grossa panzana perché l'abbiamo già intossicato, in molte zone al punto tale che non sappiamo capire quando possiamo alimentarcene senza che poi si scateni un tipo di tossicosi così spaventosa co– me è quella di Minamata; pertanto abbia– mo fatto conto su riserve in buona par– te già intossicate e rese inutilizzabili. E' anche ben noto come si abbia pre- b1 10ecag1nob1anco Il POlERE senza di benzopirene in vaste aree di meri; il benzopirene è cancerogeno In alto grado. Meno risaputo è che questa sostanza è stata trovata non solo in roc– ce calcaree ma anche nei gusci di mol– luschi, in special modo di lamellibranchi, segnatamente nelle ostriche. Il benzopi– rene è stato trovato nelle acque davanti al delta del Po e nell'Alto Adriatico e in talune aree sia fn campioni di materiali di fondo che in vari organismi. Quindi, prima abbiamo visto il piombo da tutte le parti; Il mercurio: i bambini che diventano ciechi, la malattia di Mina– mata e poi dell'Europa settentrionale e tra poco di due o tre zone d'Italia; ora vediamo il benzopirene negli organismi: Insomma sostanze tossiche e sostanze cancerogene che si sommano le une al– le altre nel nostro stesso organismo. Quanto agli idrocarburi clorurati, quali Ddt, aldrin, dieldrln, endrin eccetera, che non subiscono sensibili degradazioni nel– l'ambiente e negli organismi, tanto che si rinvengono anche in quelli dulcicoli e marini, basterà dire che in vaste aree i popolamenti di ostriche contengono cir– ca 70 mg. del primo composto citato per ogni Kg. di peso corporeo, mentre lo svasso del grasso intestinale ne contiene da 1.600 a 2 mila. Tuttavia se elencassimo tutte le nume– rose sostanze chimiche d'origine antro– pica che minacciano gli animali, ci con– vinceremmo come sia forse più facile che scompaiano prima gli uomini che non certe faune. L'ossigeno sta diminuendo Basta citare il Ddt: in determinate zo– ne degli Usa le donne che allattano ne recano nel latte quantità che superano da 7 a 1O volte li contenuto massimo tollerabile per la vendita di latte di muc– ca. Quindi, praticamente l'ufficiale sani– tario, l'agente di polizia annonaria do– vrebbero bloccare la vendita del latte recante il contenuto di Ddt mentre la madre che allatta il suo piccolo ha nel proprio latte un contenuto in Ddt che su– pera quel limite massimo fino a 7 o 10 volte: e li piccolo lo assorbe, lo concen– tra nei suoi tessuti di rlserva e conti– nuerà ad accomunarlo. Alcuni prodotti dell'attività umana, co– munque non hanno effetto tossico. Per esempio l'anidride carbonica a certe con– centrazioni è tossica per molti animali, ivi compreso l'uomo; ma prima ancora di raggiungere tali concentrazioni, in na– tura, avrebbe per effetto di impedire la dispersione del calore negli spazi extra– terrestri e quindi consentirebbe il surri– scaldamento dell'atmosfera; taluni emi– nenti metereologi indicano in questo fe– nomeno un pericolo imminente assai gra– ve per le conseguenti fusioni del ghiac– ciai emersi delle alte latitudini, sommer– sione di aree costiere intensamente abi– tate, eccetera. Comunque, mentre la produzione di ani– dride carbonica e di ossido di carbonio (che pare non venga utilizzato da alcun organismo, tranne che da pochi gruppi di batteri) è in costante aumento, quella di ossigeno è in costante diminuzione. La cosa non deve stupire. La nostra ci– viltà è essenzialmente la civiltà della combustione, e quasi ogni combustione produce anidride carbonica e ossido di carbonio, oltre a calore. D'altro canto la nostra riviltà distrugge od impoverisce la produzione primaria, banalizzandola o eliminandola sulle terre emerse, morti– ficandola nelle acque. Basti pensare alla distribuzione di fito– plancton e di fitobentos (cioè delle pian– te, dei mari, dei laghi, dei corsi d'acqua) operata dalle sostanze tossiche disciolte nell'idrosfera o galleggianti su di essa. Inoltre la estensione di sostanze imper– meabili ~I livello~upcriorn dell'idrosfera (cioè delle acque) diminuisce çili c:cam– bi gassosi o di vapore tra questa e l'atmosfera. Poiché i vari fenomeni procedono si– nergicamente, molti ecologi ritengono che, al più tardi fra 100 anni, la nostra atmo– sfera sarà irrespirabile. Questo signifi– cherebbe la fine della vita umana. Menico Torchio Maggio 1971 LA COSTA AZZURRA E LE RIVIERE! Decadenza di un paradiso terrestre L'" INSTITUT Europeen des Hautes Etudes Internationales » di izza ha recentemente (17-19 maggio 1971) indetto un colloquio internazionale sul tema « Costa Azzurra - Riviera dei Fio– ri: inquinamenti ed insediamenti». Ai lavori del colloquio hanno partecipato politici, amministratori, scienziati e tec– nici di tre nazionalità: Francia (una cinquantina di esperti), Italia (una ven– tina] e Monaco Principato (una deci– na), mentre assistevano decine di stu– denti universitari e dell'Istituto, gio– vani laureati, eccetera, di varie nazio– nalità, anche asiatici ed africani. Il colloquio si è aperto con la pre– sen1azione generale di Claude Nigoul, segretario generale dell'leher, e con il rapporto introduttivo di Guy Michaud, professore dell'università di Parigi- an– terre e direttore del centro studi sulla civilizzazione. Sono poi state insediate le quattro commissioni previste: la pri– ma dedicata allo studio dello sviluppo industriale ed il turismo, la seconda sullo sviluppo urbano e la protezione della natura, la terza sullo sviluppo economico e l'ecologia marina, la quar– ta sui mezzi di trasporto e la prote– zione dell'ambiente. Il rapporto di sintesi, alla fine dei lavori, è stato presentato da Jean-Phi– lippe Nangin, professore all'università di Nizza. La delegazione italiana era costituita per la prima commissione da Carolei e Bellini (Genova), per la seconda da Serra, Fera, Petrilli e Spanò (Genova). per la terza da Sarà, Crovari. Relini, Fierro (Genova) e Torchio (Milano), per la quarta da Lombardo, Kanitz, Calvauna e De Angelis (Genova). Co– ordinava il lavoro degli italiani il com– mendatore Machiavelli, direttore dello istituto idrografico della marina mili– tare, di Genova. La gravità della situazione del ter• ritorio ligure in senso lato (cioè Co sta Azzurra e Riviere) è balzata evi– dente: tale area, mitizzata come un paradiso terrestre, è soggetta ad una demografia galoppante (si è registrato complessivamente un aumento del 60 per cento degli abitanti in venti anni!) vive di una gracile economia fondata essenzialmente su turismo ed edilizia. e questo proprio mentre la grande ma– rea nera delle polluzioni di tutte le specie minaccia non solamente le coste ma il mare. sia in superficie che in profondità, la campagnia, la montagna, l'aria. Si consideri come soltanto sulla Co– sta Azzurra siano attualmente in ope– ra venti cantieriper ls costruzione di porti turistici e come già esistano pro– getti per altri quaranta; sicché, se tutti questi progetti si realizzeranno, ne] 1980 saranno disponibili 55 mila posti di attracco mentre in alto. sulla mon– tagna. è prevista la realizzazione di notevoli centri urbani destinati agli sport invernali. E' facile arguire quali effetti si conseguiranno nel trasforma– re la costa e la montagna in un bloc– co di cemento e si può ben compren– dere perché Jean-Marie Ricolfi dicesse che « La costa Azzurra tutta intera è presa ormai in un ingranaggio vizioso: Costa Azzurra = turismo; turismo = denaro; denaro = edilizia; edilizia = urbanizzazione demenziale; quest'ulti– ma = morte del turismo ». E' ormai tempo di rompere tale catena, altri– menti, come scrisse Françoise Monier, la speculazione ucciderà la gallina dal– le uova d'oro. E" balzato evidente, anche in que– sto colloquio. come sia ormai tempo di abolire la pirateria sul territorio pro– prio così come in passato venne eli– minata la schiavitù: il che è storica– mente possibile anche quale risultato di un forte ed imperativo movimento d'opinione pubblica. E" necessario dun– que suscitare, appoggiare questo movi– mento e creare anche un adeguato qua– dro legislativo ove esso già non esista nonché, comunque, attuarlo senza pietà e senza tollerare calcoli politici od elet– torali. In pratica, fra le tante cose, non dovrebbe essere più consentito alcun insediamento di un certo rilievo senza un preventivo studio e la conseguente autorizzazione di un gruppo di esperti; andrebbero controllate ed eventualmen– te migliorate tutte le stazioni di epu– razione delle fogne già esistenti; non ci si dovrebbe più accontentare di un trattamento parziale delle acque usate prima di gettarle in mare; an– drebbe creato un codice dei limiti di tollerabilità per ciascuna sostanza no– civa; si dovrebbe stabilire ed altuare un programma concertato di sorveglian– za, da parte di un gruppo internazio– nale di esperti, sulle condizioni chi– miche e batteriologiche delle acque ma– rine liguri. Tuttavia, il continuare l'elenco di quello che si è unanimemente ricono– sciuto come indispensabile sarebbe co– sa assai lunga: è significativo, comun– que. che sia stata ripetutamente auspi– cata la costituzione di gruppi interna• zionali d"esperti: internazionali perché siano esenti da pressioni, da intimida– zioni od addirittura da minacce da par– te delle popolazioni, delle autorità e dei gruppi di potere locali. Si è sotto– lineRto come troppo spesso gli interes– si di pochi vengano sostenuti contro i contrastanti interessi della collettività in base al parere di singoli, pretesi « esperti » che molto spesso esperti non sono oppure non sono imparziali. Si è ribadito che il condizionare le decisioni di gruppi è più difficile che il determi– nare quelle del singolo, specialmente se nei predetti gruppi operano elementi competenti e che vivono in località lontane da quelle circa le quali si deve decidere. E' ormai tempo di prendere coscien– za che sono in atto quasi ovunque veri attentati al bene comune e reali atti di delinquenza: e si sa bene come le associazioni a delinquere usino ten– tare di imporre la propria volontà a tutti e con ogni mezzo. Anche dal colloquio di izza, quin- di, giunge un'autorevole e pressante invito ad intraprendere per la Riviera ligure e la Costa Azzurra una piani– ficazione razionale di ogni sviluppo, vuoi demografico che industriale, ur– banistico e turistico.

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