Il piccolo Hans - anno XXI - n. 83/84 - aut./inv. 1994

cambiare il mondo). C'è di che essere paghi di un'«offerta residua», di una «premurosa eccedenza del tempo». Grati anche all'orologio che ripete il giorno e l'ora e, come l'attore sulla scena, ci fa rivivere senza sofferenza: così l'orologio ci dice non già che il tempo passa ma che il tempo non passa mai, si ripete, sempre lo stesso. L'eterno ritorno, eterno desiderio di rivivere, di ripercorrere sempre le stesse ore sullo stesso quadrante d'orologio. Ad ogni ritorno, entra in gioco la dimenticanza che ci fa apparire nuovo e maivisto ciò che conosciamo da millenni. «Sempre di nuovo»: imparai a dirlo leggendo Rilke, secoli or sono. «Perfetta negazione/ della bussola» che indica dove andare a morire. Solo la linea dell'orizzonte la inganna, imprendibile. La bussola dice «come sia impossibile distogliere/ lo sguardo da un oggetto». Ancora il progetto e il fine: disastri del nostro tempo. Solo l'amante distoglie lo sguardo dalla lontananza indicata dall'ago: ma fissa un'altra lontananza, e in quel gesto muore. Il lato vivo e il lato morto in noi. Si ha spesso la sensazione che un lato più forte trascini il lato più debole. Bisognerebbe studiare con lenti capaci i calchi d'uomo ritrovati sotto le ceneri dei vulcani e le conchiglie incrostate nelle pietre delle montagne. Si vedrebbe la scissura? L'uomo unitario, l'uomo che non vede e non sente i propri due versanti, che non sente «inclinazione» e «pendenza dell'anima» è l'Uomo Nuovo di cui è infestato il pensiero del nostro secolo. La paccottiglia del secolo: gli eroi, i domani che cantano, gli ideali. L'Enfasi. Il Superare (Canetti). Dice Uno: - La montagna più alta è l'Everest. 136

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