Altri esseri umani, che non siano quei generici posteri ai quali sarà dato inforcare l'occhialino del committente del Magnasco, non si danno in questi sonetti. Il deserto inorganico di macerie, in cui si consumano «!'agonie d'infranti sassi», sta dunque a decantare la materia organica per sua natura stessa frequentata e disertata poi dal tempo. Terremoto orribile accaduto in Napoli nel 1688 Mortalità che sogni? Ove ti ascondi se puoi perire a un alito di fato? De i miracoli tuoi il fasto andato or né men scopre inceneriti i fondi. Sozzo vapor da baratri profondi basta ad urtar con precipizio alato alpi di bronzo, e in polveroso fiato struggere tutto il tutto a regni, a mondi. Di ciechi spirti un'invisibil guerra ne assedia sempre, e cova un vacuo ignoto a subitanee mine in ogni terra. A troni ancora, a templi è base il loto: su le tombe si vive: e spesso atterra le nostre eternità breve tremoto. La scelta di testimoniare piuttosto, fra i tanti effetti devastanti del terremoto, i crolli delle grandi strutture edilizie, nella loro pretesa stabilità e magnificenza, se a prima vista può apparire generica e spietata, rientra perfettamente nell'accesa militanza del nostro gesuita; e se il religioso non dové restare indifferente alla sofferenza umana, ai lutti e alle mutilazioni, vale a dire alle priorità dell'oggi, i'acceso predicatore, solito ad infiammare la città con e l oquenza pirotecnica, non poté fare a meno di spostare n 1 tempo il proprio punto di vista, di dipingere insomma un «paesaggio con rovine» per le future generazioni, di modo da far trascorrere lungo la schiena dei lettori a lui coevi il brivido del tempo. Queste, parrebbe dire 13
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