compense per il Lettore complice. Ci regala un'eroina «simpatica e non idiota», appunto l'Ortensia rapita del titolo, e un gruppo di principi ereditari poldevi che ricordano lo staterello mitteleuropeo chiamato Ruritania, dove due principi identici, uno vero e uno falso, si disputano il trono. Qui i principi identici sono addirittura sei e l'unico modo per distinguerli è una serie di nei sulla natica sinistra. E poiché di un giallo si tratta, c'è anche un investigatore, l'ispettore Blognard, che vediamo per la prima volta, come vuole la tradizione, seduto alla scrivania. Ma non al davanti della scrivania (magari poggiandoci i piedi sopra, come fa Marlowe). L'ispettore Blognard sta seduto abitualmente al retro della sua scrivania. Una bizzarria? No di certo, l'ispettore siede al retro della sua scrivania per un preciso motivo: così può vedere chi entra nella sua stanza riflesso nello specchio. Perché come tutti i grandi detective, anche Blognard ha la sua regola per arrivare alla verità. Se Sherlock Holmes pensava che «una volta eliminato l'impossibile, quel che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità», Blognard ha una filosofia dell'indagine più moderna e sofisticata. «Per risolvere gli enigmi - spiega al suo aiuto - bisogna guardare la verità in faccia, nel mondo al di là dello specchio». 220
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==