Il piccolo Hans - anno XXI - n. 82 - estate 1994

spensione: tre cose che secondo Umberto Eco contraddistinguono la letteratura della terza dimensione, la più ignobile, inferiore di rango perfino ai più dozzinali libri colorati, gialli o rosa che siano. Eppure il romanzo ha un suo fascino particolare, e ha attirato l'attenzione di Mario Praz, che nel Patto col serpente ha dedicato a Nyta Jasmar un saggio intitolato Kitschmuseum: un romanzo stile Liberty. A incantare Praz è l'imagerie dispiegata nelle pagine del romanzo. Imagerie che nelle mani di una dilettante di buona volontà-decisa a dimostrarci che si è preparata e sa usare con disinvoltura parole come kamichi e jeracite, che sa cosa sono i cangiari e il piropo-lievita al punto da diventare non un omaggio al liberty, come voleva l'autrice, ma piuttosto una parodia di quel gusto. «Un teschietto d'avorio, uno scarabeo egiziano, un ragno filigranato che vivono entro una coppa da champagne» arredano il tavolo da pranzo. Poco più in là, un'Ebe negra, scolpita nel bronzo, sorregge la frutta fresca. In camera da letto c'è un'arpadorata, assieme a una pelle d'orso bianco, e Marina-così si chiama la protagonista- sogna un salottino tutto di conchiglie dipinte. Gli occhi di Marina sono di lazulite, le sue narici fremono «come rosei lepidotteri», la bocca è una fragola matura, che lo spasimo dei baci ingrossa lievemente. I piedini, candidi come neve, hanno gli alluci ornati da due anelli d'argento, con un rubino incastonato (sono un caro ricordo di famiglia, e Marina li porta ai piedi perché troppo larghi per le dita della mano). Se abbiamo parlato di bovarismo, spinto fino all'arditezza di scriversi da sé il libro su cui sognare, è perché Clotilde, in arte Nyta, fa vivere al personaggio di Marina tutti i suoi sogni di umile impiegata al telegrafo. Per cominciare, Clotilde Scanabissi Samaritani decide che anche la protagonista del suo romanzo lavorerà all'ufficio telegrafico. Proprio a partire da questo particolare, Clotilde costruisce la sua fantasia, regalando alla protagonista Marina una doppia vita. 213

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