Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

nasca nell'officina arnaldiana quasi come un gioco al rimbalzo, lì dove ogni strofa parrebbe l'inversione, da un punto di vista strettamente contenutistico, della precedente, se non altro per quello che concerne la dinamica delle forze in opera fra il fermvoler del trovatore e l'altrettanto ferma ritrosia della donna, che non l'ammette in cambra. La sestina, dunque, si connota immediatamente, nell'ordine mai definitivo dei suoi loci, come realizzazione, anche metrico-strutturale, di quella crisi dell'istanza lirico-cortese che pervade buona parte della produzione di quella che Aurelio Roncaglia definiva «generazione trobadorica del 1170», e che trova un esito altrettanto forte in Ar resplan la fior enversa di Raimbaut d'Aurenga, canzone «invertente» per eccellenza ed eponima della dismisura sortita dalla messa in crisi dell'ideologia cortese. La scelta delle parole intorno alle quali Arnaut decide di far girare il suo congegno è pertanto del tutto 'realistica', nell'asperità delle rimas caras così come nella violenza concreta dei sensi cui vengono piegate. Da questo punto di vista, al di là delle modificazioni apportate allo schema e della perseguita allusività delle parole-rima, l'adozione da parte di Dante della sestina si configura nella piena adesione al gioco oppositivo, radicalizzato anzi in un bipolarismo che antepone il disio del poeta all'aspro atteggiamento della donna. Le parole-rima, allora, nella loro rigidezza sostantivale (anche verde è per lo più sostantivato), diventano le depositarie della semantica dell'intero testo, tese come sono costantemente alla riproduzione di un'immagine invernale atta a rendere conto e della persistenza del desiderio del poeta (verde o, meglio, sempreverde) e della durezza, alpina si potrebbe dire, della donna (anch'ella verde, d'una sua sdegnosa giovinezza). Perché, dunque, la sestina si distacchi dal suo formulario di eccessi, di opposizioni insolute e di desideri dichiaratamente fisici e ossessivi, e perché conseguenzialmente possa divenire ripetibile e riciclabile (cioè genere), occor266

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==