10) Postilla filologica (2) Malinconia ricorre nel Pasticciaccio definitivo quindici volte, ripartite tra Liliana (sette occorrenze), il commendator Angeloni, il signorino Valdarena, il dottor Fumi (due occorrenze per ciascuno), un «ciondolo di opale»114 e «queli stornelli romani che se canteno su la ghitara»us_ Ad eccezione di Liliana, si tratta, per lo più, di semplici abbellimenti, senza un preciso pensiero sotteso - che vuole dire: non accentuati né qualitativamente né quantitativamente, cioè da un punto di vista statistico. Solo le malinconie del commendator Angeloni e di Giuliano Valdarena sono di qualche interesse. «Sor Filippo Angeloni», «il viso tra impaurito e malinconico»116, condivide con Liliana la connotazione dell'omosessualità. Rimane un personaggio secondario, che Gadda non rappresenta mai attraverso una focalizzazione interna, direttamente vocalizzata117 . Come figura unidimensionale è ineliminabile - ci insegna Forster - dal gioco delle tensioni narrative; è, poi, l'emblema inconsapevole della denuncia contro le leggi anticelibato del ventennio f ascista, requisitoria prediletta del celibe Gadda. Angeloni, dunque, è, come Liliana, legato al tema della sterilità, ma si situa su un registro stilistico basso-mimetico, ben diverso da quello in cui si svolge l'alta tragedia di Liliana. «Giuliano magari un po' de malinconia pe la gelosia de la madre[...] poi... un po' pe vorta se n'era fatto una ragione... E la malinconia d'un giovanotto come quello... Aveva trovato subbitto chi glie l'aveva fatta passa' ,, us_ Il cugino è orfano di padre e sotto il segno di un complesso materno119 • Il suo Familienroman si trova così in una posizione di perfetta specularità, rispetto a quello di Liliana, ma in lui quel «po' di malinconia» genera effetti tutt'altro che patologici. Le barriere educative hanno agito su Liliana con una violenza ben maggiore che sul maschio campione della razza Valdarena (torna in mente la f amiglia-tipo medioborghese a Vienna, schizzata da Freud negli anni in cui si svolge la vicenda romanzesca). In ogni caso, se nel vitalissimo Giuliano la malinconia ha potuto avere qualche spazio, il narratore s'affretta a farci sapere che essa è stata presto esorcizzata - niente «rovina della mente» per lui - da un animo del tutto precluso ai conflitti 120 e alle rimozioni culturali e religiose della signora Balducci. Ferdinando Amigoni 257
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