Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

Di immagini maritali-paterne, di idealizzazioni forzate, Liliana,per sua rovina,si era trovata ad averne in sovrabbondanza: «da 'o professore, da 'o commendatore,da 'o dottore de 'e femmene,da l'avvucate 'e lusso,o da chillo fetente d' 'o balcone 'e palazzo Chigge»104. Vittima dell'inconscio e,nel contempo, in double bind, delle ideologie del ventennio e della «libido sadica degli educatori»? 105 Certamente sì,e tutta l'opera gaddiana lo dimostra. Il lettore è costretto ad ignorare se «la rovina della mente» non fosse,tutto sommato,abbastanza facilmente evitabile,oppure,se Gadda,non emancipatosi del tutto dal suo positivismo lombardo, avesse rinchiuso il personaggio nei limiti di una inferiorità organica fatalmente deterministica (la totalità del testo lascia aperto il problema; il sapere del narratore conosce qualche oscillazione). Dopotutto sarebbe bastata una fugace elusione del sadico,«terroristico»,Ideale dell'Io; «amare [scrive Freud nell'Introduzione al narcisismo] significa avere la forza di sospendere le rimozioni e ripristinare le perversioni»106 • Liliana è il prodotto poetico di un lavoro d'incastro di tre tasselli freudiani: l'invidia del pene, il narcisismo e la malinconia (abbandonata,quest'ultima,dalla psicoanalisi contemporanea). Non cercheremo di esaminare la coerenza teorica di simile intarsio: tale esame supererebbe le competenze del filologo e cadrebbe nella fallacia della psicoanalisi del personaggio. Potremmo,magari, ipotizzare che agli occhi del narratore !'«invidia penis» offrisse un materiale molto plastico narrativamente - Todorov lo chiamerebbe un «verbo» della grammatica narrativa; la malinconia fosse,al contrario, l'elemento stabile, caratterizzante, del personaggio - un «aggettivo», secondo Todorov. Se poi le strutture freudiane,alla cui enunciazione solo la scrittura gaddiana ha fornito i segni,venissero percepite dal lettore «ingenuo» come una limitazione ermeneuti254

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