(o codici); qm mteressa la «Voce della Persona», che struttura, lungo la superficie testuale, il «codice semico». Il rapporto conflittuale con il personaggio è in SZ irrisolto: da una parte, i «semi» (i tratti connotatori della Persona) devono essere rilevati, ma «non cercheremo - scrive Barthes - di tenerli attaccati a un personaggio»4, proponendo di lasciare loro «l'instabilità, la dispersione, tutto quello che ne fa le particelle di una polvere, di uno scintillio del senso»5 • Poche pagine dopo, però, Barthes concede che «quando semi identici attraversano a più riprese lo stesso Nome Proprio e sembrano fissarvisi, nasce un personaggio. Il personaggio è quindi un prodotto combinatorio: la combinazione è relativamente stabile e più o meno complessa»6 • Si parlava di eccedenza del personaggio rispetto al testo, ed invero anche per Barthes «il Nome Proprio funziona come il campo magnetico dei semi>/; non solo, esso «rimandando virtualmente a un corpo, trascina la configurazione semica in un tempo evolutivo (biografico)»8 • È il Nome Proprio «a dare l'illusione che la somma sia supplementata da un resto prezioso (qualcosa come l'individualità)»9. Questo Nome Proprio maiuscolo non è altro che il rappresentante semiologico di «Sua Maestà l'Io, l'eroe - secondo Freud - di tutti i romanzi»10 • 2) Assenza ed emergenze anagrafiche Liliana è la protagonista «in assenza» del Pasticciaccio. La sua prima apparizione è puramente vocale, una voce che appena riesce a nominarsi al telefono: «"Sono Liliana Balducci": era poi subentrato il caprone, il Balducci uomo, a rincalzo»11 . Segue la scena del pranzo in casa Balducci, vista esclusivamente nell'alternarsi del punto di vista di don Ciccio e del narratore. Liliana è ora presente nel corpo, un corpo 229
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