Il piccolo Hans - anno XX - n. 79/80 - aut./inv. 1993-1994

Liliana La creazione del Pasticciaccio 1) Codice semico: il Nome Proprio Il personaggio oppone agli schemi della narratologia una resistenza particolarmente caparbia. Falliti, almeno per certa produzione narrativa, i tentativi di ridurlo a epifenomeno dell'azione, i narratologi hanno dovuto restituire al personaggio gran parte di quella densità semantica che li imbarazzava. Il fatto è che «questi gruppi di parole»1 , secondo la ormai proverbiale definizione di Forster, formano nuclei di significazione eccedenti dalle strutture linguistiche del testo. Pare ovvio che solo il catalogo di precisi indizi testuali possa evitare all'homo {ictus la triste caduta nelle banalità dello psicologismo. Il problema resta comunque complesso, poiché si tratta, come ebbe a dire Freud, di «identificarsi con un eroe», il cui «destino ci commuove soltanto perché sarebbe potuto diventare anche il nostro»2 . È difficile non insistere sulla profondità psichica della «identificazione ludica»3 con il personaggio; dopotutto, lo si sa, l'Io è formato, per Freud, dai residui delle passate identificazioni. Roland Barthes disegna in SZ una lettura a cinque voci 228

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