sa, che il padre eterno del Gesù bambino è per la santità che me prego contro la maleducazione, sì perché le bruttezze dell'anima non salvano in tutto il cosmo. - Uuh, oggi facciamo anche astronomia! Su Eva, cerchiamo di non fare questi discorsi - le dico poco convinto, mentre inclino le persiane in modo tale da far entrare la luce. E poi riattacco - vedi fuori che bella giornata? È proprio arrivata l'estate. Ah ma è vero, tu già lo sai, ché ieri ti ho vista con una bella camicia a mezze maniche. - Eh sì, aria di rivolta, in tutto il cosmo aria di rivolta... - dice lei, ma io la interrompo prima che continui: - Vede che bella giornata professoressa? Guardi fuori che bel sole. - Sì belle. Fasce di sole. Adesso la professoressa è in piedi accanto a me, ha anche aperto un sorriso quasi del tutto sdentato e poetizza, con gli occhi che brillano sotto il ciuffo, intorno al sole e alle sue fasce, intorno al vento che porta la carità e che lei vede muovere le fronde più alte degli alberi. Con quest'angolazione, infatti, le persiane non ci permettono di vedere altro. - Venga professoressa, andiamo giù in giardino a farci una passeggiata. - No, no, me sto qua - dice, e poi poetizza ancora intorno al cosmo. Capisco meno della metà delle parole che dice (del senso neanche a pensarci). - Tiriamo almeno su le persiane invece di lasciarle così: non si vede altro che questo chiarore e quattro foglie tutte sole. - È il chiaro della carità. - Sì, ma giù c'è il giardino. È bello il giardino, professoressa, è tutto verde e fresco, stiamo in ombra se vuole. - No, no, verde, me ho fatto un ricamo col prato, cosa credi?, tutto verde col prato che c'erano anche i fiori e che non c'era carità. - Ci sarà stata speranza - le dico sorridendole forse un po' troppo allusivamente. 226
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