della conoscenza scientifica. Cercando un modo di scrivere la storia della scienza diverso da quello che la vede come una serie di epifanie- in altre parole un modo di scrivere una storia della scienza, non la sua Bibbia- Latour propone (in Science in Action, Harvard University Press, 1987) due modi di definire la scienza: «Scienza in progress » e «Scienza già fatta». La prima definizione «Scienza in progress» descrive un procedimento di scoperta e di realizzazione di avanzamenti scientifici pieno di incertezze, ridondanze e casualità. Il progresso scientifico, sostiene Latour, non è sovradeterminato, ma sottodeterminato. Non c'è mai una prova sufficiente a rendere una scoperta certa fino al momento in cui essa è compiuta, momento in cui diventa «sufficientemente determinata» e appare da qui in avanti come risultato di una evoluzione il cui percorso è retrospettivamente interamente coerente e significativo. Vorrei adottare questa distinzione per suggerirne una parallela per la Storia: «Storia in progress» e «Storia come passato». Le differenze tra queste due Storie sono essenzialmente le stesse che esistono per i due generi di scienza di Latour. La «Storia inprogress» è altrettanto incerta, ridondante e casuale; solo retrospettivamente acquista direzione e determinazione. I passi di Smith sui quali ho lavorato mi sembrano rappresentare la Storia in progress o la Storia prima del fatto. In generale vorrei suggerire che nei «Veri Resoconti» della colonizzazione guardiamo a delle Storie prima del fatto. Registrando la resistenza di Powhatan, Smith scrive con intenzione politica, certamente, ma è anche pesantemente dubbioso riguardo alla possibilità di portare a termine la sua intenzione - far sottomettere gli Indiani alle regole della corona inglese e ottenere per sé le ricompense di una tale vittoria. Incerto, egli descrive al massimo della sua abilità e con tutta l'affidabilità che può, poiché ha bisogno non solo di persuadere gli altri ma di comprendere egli stesso 216
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