<lino risalisse a tempi lontani lontani, addirittura al non tempo. Io non ero più solo e neppure Emilio o i fiori, il giardino, la terra, il cielo. La tela si infittiva di segni e colori che non corrispondevano al creato diviso. Era verde intorno? ecco l'azzurro-Una curva? ecco il segno spezzato. La luce modellava il viso e sul quadro un piccolo tratto. Finché quella gioia purissima cessava. ... Sotto la neve c'erano i fiori. Non ci avrei mai creduto eppure a spalare con le mani apparvero stupendi, gialli, rosa lilla, rosso carminio. Mi assicurai che fossero dei fiori veri e li sentii bianchi, vellutati, lisci, morbidi e consistenti al tatto, fiori in cui scorreva la vita. Allargai lo spazio e nuovi fiori si presentarono circondati da una erbetta verdissima. Poco a poco la neve si scioglieva e non ebbi bisogno di adoperare le mani. Mi trovai in mezzo al campo che buttava fiori da ogni parte, una girandola di colori. Io stavo diritto mentre il campo mi ruotava intorno, mi presi la testa con le mani e non fui più certo di quanto stesse per accadere. Infatti le mani afferravano il vuoto e percepivo i colori attraverso sensi che non erano gli occhi. Mi sentivo diventare fiore. La neve era scomparsa, un'umida frescura mi pervadeva. Feci uno sforzo per non cadere, cercai di pensare, dove mi trovassi, che impiccio fosse il mio. Poi mi lasciai andare vinto dal colore. Eartiste, quai qu'il sache, sera toujours un agent spécial, isolé, seul avec un sens inné pour organiser la matière. Da quel giorno E. cambiò natura. Lo stelo era cresciuto ignaro della vita quotidiana. Ricordò Giulio che annaspava alla ricerca degli occhiali che lo schiaffo paterno aveva fatto cadere. Un velo azzurro, implorante, colpevole. Rabbrividì. Si era alzato un poco di vento. Ebbe un senso di paura. Attraverso l'acqua che risaliva per il gambo provò piacere di appartenere alla terra. Non era solo al mondo. Anche la paura era scomparsa. 233
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