Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

d'io nacqui suonava già; ancora nella culla io sentivo Beethoven e Bach. Son nato su un'onda sonora. I ricordi della mia prima infanzia si mescolano tutti a un'aria musicale, a una musica di grande qualità. Più tardi, adolescente, sentii opere - allora poco conosciute - di Berlioz, Schumann, Chopin. La nostra casa era piena di questa musica. Essa impresse una piega permanente nella mia anima. Ho disegnato fin da giovanissimo; ebbi un premio per il disegno a undici anni, in un'epoca in cui non sapevo ancora leggere. La mia istruzione avvenne in modo irregolare, a causa delle tante malattie che ebbi da piccolo. I medici s'erano raccomandati che non mi sforzassi a studiare. Debbo a quelle prescrizioni mediche la felicità di poter far prova di tanti divertimenti, e stagioni intere di libertà, durante le quali non facevo niente, se non delle passeggiate nei miei cari boschi. Nella mia famiglia c'era grande rispetto per questa sorta di inclinazione al fantasticare e al silenzio. A dieci, dodici, quindici, o a diciotto anni ho conosciuto molta libertà, e anche libertà di spirito: un campo libero per i miei sogni, che venivano premurosamente rispettati. Questo modo d'essere mi sembra la più grande ventura ch'io abbia ricevuto. ... La mia originalità non era ancora arrivata. Comparve più tardi, dopo i trent'anni, vale a dire dopo la guerra del 1870. ... La vita militare fu molto riposante per me, mettendo fine a una ricerca inquieta. In quel momento ebbi coscienza dei miei doni di natura. Ai miei occhi anche gli schizzi o gli scarabocchi più futili che avevo lasciato nelle mie cartelle acquistarono un senso. Questa è la vera data di nascita della mia volontà. ... Come gli altri, ho fatto delle copie al Louvre, dei fon223

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