solo perché io ti guardo e tu attraversi bagnata lucida lama la mia vita non dici né odio né amore, più odio che amore?, soltanto il ritardo, l'indugio prima che ti raggiunga. Se ti raggiungo io gelo, come un gatto sbatto spalanco le palpebre mille volte non capisco: ti offri in pasto, annichilisco. Stringi così forte la mano da incosciente, addio come un principio potente, aperto paradiso. Pietre tigri le pietre dei tuoi occhi tintinnano sul pavimento levigato, io scivolo via... Dalla tua morte, o madre, nasce il mio piacere. Antonio Porta (finito di scrivere: 9.11.1935) Si ringrazia Rosemary Porta per questo poemetto inedito. Per un lapsus la data indicata è quella di nascita del poeta: si legga: 9.11.1985. 221
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