Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

cavalletta materna con l'aggiunta del trattino-pene che chiude la lettera insettiforme. La carriera del disegnatore prolunga nel tempo l'atto che il bambino, come il piccolo Hans di Freud, compie, nel suo luogo della fobia, nel distinguere ciò che è vivo e ciò che è morto e nel regolare il dispositivo che impedisca sia il ritorno del morto (perversione) sia la proliferazione incontrollata del vivente (psicosi). Dal tratto della vita in cui una mite auto-parodia contiene però il presentimento del grottesco che rappresenta per il soggetto in formazione l'animale con due dorsi impegnato nel coito, dal periodo della latenza Redon cura di smorzare l'eccesso generativo del vivente. A ridosso del luogo della fobia, schiacciato e come assottigliato contro il suo spigolo esterno, escluso dalla possibilità di un pensiero emancipato, Kubin usa del fitto tratteggio del suo disegno per respingere il cadavere che non cessa di tornare. Ciò che nel disegno di Redon svolge il verbo mallarmeano abolire, con la soppressione della siringa nelle mani del fanciullo delle paludi e la conseguente trasformazione del fantastico in teoria della natura e del sogno, in Kubin è dato dall'azione del respingere che allunga all'indietro il sogno ricorrente ogni notte e giunge a combattere a pugni l'onda nera del mare (il mare spermatico degli antichi) che si avventa contro una spiaggia cosparsa di ossa spolpate (Am Strand, Sulla spiaggia). Poiché si tiene a ridosso dello spigolo del luogo della fobia, senza entrarci per attraversarlo, in Kubin l'oscuro impulso di cui parla Freud, che è contemporaneo al sorgere della domanda: da dove vengono i bambini, a rompere, lacerare, scavare da qualche parte un buco, si esprime in numerose scene dove dei leoni lacerano e straziano le loro vittime, così come fanno nella realtà i cosiddetti assassini di massa. Nello stesso tempo, l'esitazione a entrare nel "luogo della fobia", il luogo della rappresenta210

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==