Un disegno è particolarmente significativo a questo proposito. Alfred Kubin, Montatori, 1925-30. Intitolato Monteurs, Montatori, è ambientato in una specie di corridoio in cui viene evidenziato l'angolo esterno di una stanza sporgente verso l'osservatore. L'angolo, come la carta catastale, rimanda alle mappe e planimetrie che nel racconto di un sogno vengono minuziosamente precisate giacché in esse si esterna, in quello che abbiamo chiamato luogo della fobia, intorno ai quattro anni, l'estensione dell'apparato psichico che dal confronto col padre e il 'suo godimento riceve le divisioni nelle diverse istanze e il filo di pensiero per uscire dal labirinto in cui il soggetto, per tutta la latenza, giace recluso come un "mostro". Se Redon è questo mostro nel labirinto e la tenera goffaggine della latenza guida l'andamento arrotondato del suo segno, Kubin è fermo all'angolo rischiosissimo del luogo della fobia vacillante nella scelta della nevrosi, nella distinzione del vivo dal morto, nella paralizzante soggezione al sapere tecnico del padre che assume l'aspetto ipnotico del demiurgo. 206
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