Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

Alfred Kubin, Prussiani, 1941. La passione per la vita militare accomuna il figlio al padre, ma mentre il padre la esercita in diverse campagne, il figlio incorre, a ogni tentativo, in terribili crolli nervosi. La guerra che per Redon è un'esperienza di sanità che gli consente di mangiar bene, dormire bene e di scoprire per di più la sua originalità di artista, mette invece Kubin a diretto contatto con il cadavere. La guerra è per lui contagio epidemico della putrefazione interminabile dell'oggetto amoroso del padre (cui morirono due mogli, come al figlio la prima fidanzata). La messa a morte del padre è per Kubin un compito impossibile per la massa enorme del cadavere che non cessa di gonfiarsi: e scopriamo così che allora il rospo è lui, il padre riprodotto per imitazione dal figlio nell'angolo del quadro, è lui e non il figlio il rospo che ha prosciugato la linfa materna e ne ha disseccato le membra. Con questa scoperta diventa possibile una lavorazione mentale e artigiana dell'ingombrante presenza paterna. 205

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