Alfred Kubin, Nel verde, in I disegni della morte, 1918. Ma poiché il dito su cui posa la cavalletta è anche quello che serve al disegnatore per muovere e guidare la penna, l'indicazione è duplice: la morte invita lo spettatore a guardare alla cavalletta in cui viene come a prosciugarsi tutta la floridezza della vegetazione della zona umida; la cavalletta disegna sul dito con le sue gambe ripiegate e il corpo proteso le iniziali del nome e cognome di Kubin che non per niente scompaiono, caso più unico che raro, in questo disegno, dall'angolo in basso a destra, tradizionalmente riservato quando non al rospo, alla firma dell'autore del disegno. E viene così a profilarsi, nell'astrazione che dicevamo dell'essere-strappati, attraverso la funzione del rospo e della cavalletta, il significato essenzialmente grafologico dell'opera di Kubin. Nella cifra grafologica dei suoi disegni quello che si nasconde è l'elaborazione artistica del rapporto al padre. Non va dimenticato infatti un dato importantissimo e cioè che l'ispirazione di Kubin, così come quella di Redon era condizionata dalla possibilità di soggiornare nella tenuta patema di Peyrelebade e di sentirsene legittimo erede, così quella di Kubin dipende dal202
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