paiono in molte litografie di Redon fanno riferimento all'impurità della madre. E queste stesse canne si trasformano poi nelle ciglia e nei peli che circondano occhi, volti e corpi. Odilon Redon, La sirena uscì dai flutti, vestita di dardi Les origines, 1883. La "sirena vestita di dardi" (Mellerio, 48� veste le stesse ciglia che nella poesia di Mallarmé Las de l' amer repos, Stanco dell'amaro riposo, (1864) sono appunto le canne presso le quali il poeta sceglie di morire, "non loin de trois grands cils d'émeraude, roseaux", "non lontano da tre grandi ciglia di smeraldo, canne" (e che altro è l'"amer repos", l'amaro riposo, se non il rifugio nostalgico nella madre che ha lasciato il poeta solo, morendo, all'età di tre anni?). E ciuffi barbuti di canne escono bizzarramente a ingarbugliare le onde musicali in Une masque sonne le glas funèbre (40), Una maschera suona la campana funebre, sempre dall'album A Edgar Poe. 172
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