di casa per vedere proprio un film di guerra. Che cosa faceva diventare queste pellicole, agli occhi del pubblico, attraenti come una fetta di torta? Proprio il fatto che questi film erano in grado di interpretare la guerra, di dare alla guerra un senso. Un senso che invece le rappresentazioni non narrative di quella stessa guerra non erano in grado di offrire. Il primo terreno su cui muoverci è quello dei film di genere: i combat film. Perché i film di genere basano la loro attrattiva sulla ripetizione di situazioni e conflitti che lo spettatore è in grado di anticipare. Ogni scena, ogni personaggio che ritorna con minime varianti da un film all'altro, si presenta allo spettatore corredato di istruzioni per l'uso. I film di genere sono film in cui nulla accade senza una causa: ogni avvenimento è preparato e annunciato con cura. Grazie a questi indizi ne sappiamo in qualsiasi momento più del protagonista. Prendiamo un esempio tra i più banali, visto mille volte nei film d'amore: quando lui e lei ancora tentennano, indecisi se baciarsi o no, il suono dei violini nella colonna sonora ha già avvertito il pubblico che il bacio sta per arrivare. Nei combat film accade esattamente lo stesso. Ogni morte, ogni incidente che falcia uno dopo l'altro i protagonisti, è preparato agli occhi dello spettatore da una serie di segni premonitori: imprudenze, o comportamenti non conformi alla situazione. Evitare questi comportamenti, imparare le corrette regole del gioco è dunque possibile. I film di guerra non solo lo stabiliscono, ma si assumono anche il compito di codificare questi comportamenti. Tra le scene ripetute con frequenza quasi ossessiva nei film di guerra una soprattutto torna alla mente: un soldato, contro l'intimazione di qualcuno che gli grida di non farlo, mette a repentaglio la propria vita per dare soccorso a un compagno gravemente ferito. Il sacrificio si rivela inutile, perché il ferito portato al riparo è già morto. Proprio questa scena sottolinea la differenza tra guerra e vi44
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