Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

e, dopo la breve pausa che questo dispositivo rende possibile, il gioco riprende secondo le consuetemodalità. Altrimenti il delirio di Schreber che viene progressivamente elaborato nell'arco di numerosi anni e, stabilizzandosi, gli consente di pervenire ad un rilevante miglioramento psicopatologico. È evidente come le analogie dello sfondo biografico e le affinità della trama delirante non coprano sufficientemente il divario che alla fine si realizza nell'ambito dei rispettivi quadri clinici. Si pone un problema di diagnosi differenziale. Già la diagnosi del Presidente Schreber non è questione del tutto pacificata nella letteratura psicoanalitica; certo, Freud lo presenta come un "caso di paranoia", ma il titolo del suo lavoro contiene, fra parentesi, una precisazione o forse il suggerimento di un dubbio, che toglie certezza all'attribuzione nosografica: «Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente (Caso clinico del Presidente Schreber)». Quando Freud scrive il saggio, nel 1910, era passato circa un decennio da quando Kraepelin, all'epoca della V edizione del suo trattato, aveva iniziato a suddividere il campo della paranoia creando il settore paranoide ed annettendo quest'ultimo al capitolo della dementia praecox. Freud era dunque consapevole che quanto indicava fra parentesi implicava un'oscillazione nosografica di non poco conto se, come è vero, rischiava di sottrarre il caso Schreber alla paranoia per spostarlo nell'ambito della dementia praecox. E se pure egli ritiene che «la dementia praecox e la paranoia sono strettamente imparentate»65 alla fine del saggio Freud traccia un rigido "spartiacque"66 tra la paranoia da un lato e ciò che vorrebbe si chiamasse parafrenia e che corrisponde precisamente alla schizofrenia o dementia praecox dall'altro. Di qui, dopo Freud, un certo grado di non uniformità se non di confusione nella diagnosi del Presidente Schreber. Lacan, ad esempio, che peraltro sembra non tenere in gran conto la precisazione in parentesi, fa propria la certezza che desume dal testo freudiano che si tratti di paranoia; Hermann, al contrario, parla di schizofrenia paranoide67; Schatzmann, che al caso Schreber ha dedicato un libro, alterna indifferentemente la diagnosi di schizofrenia e quella di paranoia68 • Eppure la rilettura che qui è stata tentata del caso Schreber alla luce del caso di A. consente di individuare nel contesto della teorizzazione freudiana della psicosi un preciso 215

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