nanza più estrema dell'universo25 oltre ad aver attratto l'attenzione di Canetti non sfugge neppure a Freud e tantomeno a Lacan. «Il Dio per Schreber non è colui che è, è colui che è... ben lontano»26 scrive infatti lo psicoanalista francese nel Seminario sulle psicosi, ma sul senso e sulla funzione di questa manovra di distanziamento ci sono i lavori di Sergio Finzi su Giordano Bruno e le teorie sessuali infantili27 • Anticipando qui quanto verrà detto in seguito, sostengo che lo sprofondamento di Dio vale a Schreber la possibilità di sottrarsi ad un remoto tratto della figura paterna che invariabilmente la psicosi ripresenta al soggetto il quale ne avverte la vicinanza come un'insostenibile minaccia. È infatti sul rimbalzo di Dio ai margini dell'infinito che Schreber fonda la composita struttura della sua cosmologia teologica; malgrado un sottile distinguo, per Schreber Dio ed il firmamento coincidono: la struttura dell'uno fonda e rivela la struttura dell'altro28 • Se pure viene tanto decisamente allontanato, Dio non può sporgersi oltre un certo limite: il contatto va in ogni caso salvaguardato e mantenuto altrimenti si verifica qualcosa di terribile che può ad esempio verificarsi quando Schreber si sottrae alla "coazione a pensare": ogni volta che perde contatto con Dio scoppia in Schreber ogni sorta di fenomeni interni di dolore e di lacerazione variamente intollerabili29 . Occorre dunque che Dio nella sua lontananza assuma una collocazione stabile: di ciò Schreber ne ha assoluto bisogno, che le stelle non possano muoversi affinché egli, come dice Canetti, possa tenersi ben saldo ad esse. Allora per assicurare stabilità al firmamento, Dio, questo Dio capriccioso e particolarmente propenso alla crapula preso com'è dal desiderio di abbandonarsi ad una voluttà ininterrotta, va ricondotto anch'esso all'ordinamento di norma superiore. Problema che Schreber risolve con il principio dell'"Ordine del Mondo"30 che garantisce all'intero sistema disciplina ed equilibrio cosa che, come nota Canetti, «riguarda Schreber da vicino come per altri l'ordine della propria famiglia»31 . È attraverso l'esistenza di un ordine fondato sulla stabilità degli astri che Schreber può giungere a tranquillizzarsi circa le imponderabili intenzioni di Dio assumendo la certezza che da qualche parte ci sia qualcuno o qualcosa che non inganna. Deponendo nel cielo la garanzia che tutto ciò che accade non è ingannevole, che c'è del vero nelle forme in cui la realtà gli si presenta, Schreber si congiunge alla cosmo206
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==