Epistola a Zanzotto sul ''Galateo in bosco'' Teste sprofondate nel suolo saprofiti pensosi di un unico pensiero che ci fa essere-qui generazioni sopravvenute a calcare come suol dirsi la [terra; se smettessero di pensarci con quel pensiero che pensa ma ciecamente il nostro destino... Gli stessi o simili messi giù fra Piave e Montello dove non li disseppellirebbero le cagne. Qui passo da un sogno coatto molto privato ad altre montagne pianure boschi e scrivo questa epistola CARO ANDREA folletto annidato quelque part del Soligo - pusilla e ahimé quasi caricaturale in pseudoversi troppo lunghi. I' vegno 'l giorno infinite volte al tuo Galateo malleggendolo malinterpretandolo, annaspo in barbe di funghi in falso in vero avvoltolandomi da imitatore battendo i denti in gesso inserti. M'identifico in che in che di scolice in scolice linguatico a trovare con la lingua 146
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