tiliano vedeva nello stile una sorta di sovranità sotto forma di disputa. È anche per questo che egli scalza la posizione di dominio della filosofia, per renderla invece allo stile e alla parola musicale13 . Quest'annessione della filosofia alla letteratura non ha perso niente della sua attualità: basti pensare alla «poiétique» di Valéry, ostile ad ogni sistema filosofico che occupi una posizione dominante, con la pretesa di dire il vero in termini discorsivi: I filosofi - dice Valéry - sono degli artisti; ma questo artista non vuol ammettere di esserlo, e qui comincia il dramma, o la commedia della filosofia 14. È molto chiaro come, sotto la maschera di Leonardo, Valéry perori la propria causa, che è quella del «retore»: Sono stato- dice-, e forsesono, nel fondo stesso dei pensieri, quello che è un retore nei confronti della loro forma, e un sofista nei confronti della loro figura 15 . Quintiliano poteva dire altrettanto a proposito del proprio Oratore. L' Institutio oratoria, lungi dall'essere una nomenclatura, si presenta come un trattato della cultura umanistica dell'epoca 16 . L'opera è corredata di un ampio commento fondato su un'esperienza aperta a tutte le forme artistiche dell'elocutio, alle quali dovranno concorrere le molteplici discipline radunate nel septuor delle arti liberali. Ora, quale che sia la materia di cui tratta l'arte oratoria, è il ben dire, nel senso più largo di letteratura, che governa tutte le scienze: lo scopo autentico di quest'arte non è infatti il trionfo nella causa 1 7 , ma il trionfo del grande stile. Così l'Oratore vagheggiato da Quintiliano è un artista la cui padronanza dev'essere infallibile, fin nei più piccoli problemi 18. 233
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