parola e l'immagine sono regolate dalle speculazioni seduttrici, di genere basso o alto, del linguaggio della persuasione, e soprattutto nei casi in cui questa parola si appella costantemente alla «sincerità» e al «naturale» di un discorso nel quale peraltro la falsificazione rimane la "condicio sine qua non" della felice riuscita dell'arte. Per questo, mi pare, l'insegnamento prestigioso di Quintiliano ha potuto costituire non solamente una raccolta di precetti, ma un fermento capace di suscitare una serie di riflessioni ulteriori (anche molto lontane dalle sue) a partire dalle note relative alla «sincerità» e al «naturale» nelle pratiche retoriche della letteratura. L' Institutio oratoria si fonda sul principio secondo il quale ogni uomo è una parte in causa, figura della quale l'oratore rappres-enta l'espressione perfetta, in quanto egli, nel momento in cui appare più «naturale», è invece, in modo più dissimulato, artificiale - sebbene il genio e il sentimento spontaneo delle convenienze ritmiche siano i due soli elementi che non si insegnano, nell'opera d'arte, e che quindi non sono di natura retorica. Per il resto esiste tutta una serie di discipline per sostenere e rafforzare il genio dell'artista del linguaggio: la scienza, l'esperienza, l'osservazione degli effetti del linguaggio, in quanto esso è definibile, indipendentemente dall'una o dall'altra forma, come un combattimento di parole. ... gli uomini - scrive Quintiliano - hanno sempre parlato in proprio favore e contro gli altri9 • Se ogni uomo si avvale di una propria retorica - per cui si può dire che il mi.estro sofistr di 1::ssa sia il desiderio è perché ... certamente - dice Quintiliano - noi siamo stati fin da principio formati in modo tale da poter parlare in favore nostro, anche se in modo non per231
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==