NOTE 1 A questo proposito si potrebbero citare tre testimonianze. La prima risulta quasi stenografica: «Diction italienne des vers - Impossible en France - Rien que la réflexion sur ceci donnera des idées» («Dizione stenografica dei versi - Impossibile in Francia - La sola riflessione su questo punto sarebbe di per sé ricca d'idee»; P. Valéry, Cahiers, II, Paris, Gallimard, 1983 [1973], p. 1119). La seconda, più articolata, è tratta da una lettera del 1930 al primo traduttore italiano della Jeune Parque, Aldo Capasso: «La langue italienne m'est beaucoup plus familière qu'elle ne m'est connue; je la balbutie quelque peu; je la lis assez aisément, quoique en devinant le sens de bien des mots que je ne saisirias pas isolés» («La lingua italiana mi è molto più familiare di quanto non la conosca effettivamente; la balbetto un poco; la leggo abbastanza facilmente, benché indovinando il senso di molte parole che non saprei afferrare se isolate»; P. Valéry, Lettre à mon traducteur, citata in A. Capasso, Traduzione della Jeune Parque, Torino, Fratelli Buratti, 1930, p. 9). Infine la terza, proveniente dallo stesso testo, recita: «Je suis touché de voir paral:tre dans une langue que j'aime comme mon enfance, l'oeuvre qui, vers la fin de mon age mur, a marqué le commencement d'une sorte de seconde vie» («Sono colpito di vedere apparire, in una lingua che amo come la mia infanzia, l'opera che, verso la fine della mia maturità, ha segnato l'inizio di una specie di seconda vita», ibidem, p. 18). 2 Cfr. P. Valéry, Oeuvres, I, Paris, Gallimard, 1980 [1957], p. 1801-1802. 3 · «Ho ritoccato l'Hardy. (Detto tra noi, si tratta proprio di una poesia qualsiasi)» (Lettera a Marguerite Caetani del 29 febbraio 1928, citata in Sophie Levie, Commerce. Une revue internationale moderniste, Roma, Fondazione Camillo Caetani, 1990, p. 74). 4 «Non mi basta comprendere - ho disperatamente bisogno di tradurre» (P. Valéry, Cahiers, cit., I, p. 39). 1 «Tutto ciò che mi viene detto - tutto ciò che leggo, mi sembra che debba essere tradotto» (ibidem, p. 107). 6 «Sono uno scrittore le cui produzioni risultano da una traduzione dei dati e delle impressioni particolari relativi ad ogni opera - in un certo sistema di riflessioni e di definizioni generali che mi sono propri, e da una ritraduzione di questa trasposizione nel linguaggio ordinario» (ibidem, p. 264-265). 7 «Vita mentale - serie infinita di traduzioni» (ibidem, p. 872). 8 «Quando vediamo il ruolo dei simboli - e della mente stessa - non si riesce a capire dove si arresti - o dove finisca quest'onda di traduzioni, e dove esista l'originale, posto che esista» (ibidem, p. 881). 9 «Pensare è sempre un processo di trasformazione -pensare (in senso stretto) è conservare. Traduzioni - il traduttore universale» (ibidem, p. 997). 10 «Il "valore intellettuale" degli uomini si misura dal numero di traduzioni che essi possono fare del loro pensiero» (P. Valéry, Cahiers, cit., II, p. 1371). 223
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