Il piccolo Hans - anno XIX - n. 73 - primavera 1992

Io conosco, de' francesi, solo Larbaud, e ciò ha poco influito sulla mia ammirazione per Fermina Marquez ch'è un libro delizioso. Quanto aJaloux, la sua autorità di critico va sempre aumentando, e da anni non lo si può più mettere coi Souday e i Vandérem10 . So che molti (e dei nostri amici: Debenedetti) lo seguono con viva simpatia. L'ultimo suo romanzo ha avuto un vero successo di pubblico e di critica, ed è un libro notevolissimo. Leggilo, e vedrai. Vedi, a proposito del mio ottimismo, nell'ultimo n. della NRF un uomo come René Lalou fare il più caloroso elogio di quel libro di René Bizet ch'io sul Convegno ho trattato appena rispettosamente. E a proposito di NRF: nelle mie note cerco di non cadere sempre in quest'eterna cerchia (NRF) e di occuparmi anche d'altri editori e autori. Quando avrò svolto un gruppo di cinque o sei note vedrai meglio il mio punto di vista11 . (Sempre a proposito di lodi: del Bove si parla nei giornali francesi come di un genio: la mia lode, ti ricorderai, è stata invece nuancée di freddezza). Dunque? So bene che si parla da molti di questa necessità di dir male dei francesi; ma credi che quando si sa scegliere si trova ogni anno quei quindici o venti libri leggibili sul serio. Un ultimo rilievo: i libri di cui parlo sul Convegno sono quelli che sfuggono alle altre riviste. Perciò non ho parlato dei recenti premi letterari, né di autori comeJouhandeau e Green di cui hanno scritto, in Italia, Linati e Frateili. Non so se t'ho persuaso, caro Enzo. Ma spero di sì. Attendo le bozze. Affettuosi saluti dal tuo Eugenio Montale P.S. Del libro di Malraux s'è parlato in Francia come di un testo profetico: io invece ne ho fatto un saggio di curiosa letteratura e ho scritto che l'autore... può darci dei 204

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