Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

rappresentano l'attesa, è un po' che non ho il mio mal di testa, nell'adolescenza sono l'avviso. L'attesa e l'incanto possono coincidere con la minaccia, come il sonno con la morte. Ciò che li distingue e separa è il sogno. Il sogno che li allontana con le gradazioni, di intensità della luce, quella che cala, la sera, che rende pallidi i colori accesi del fuoco solare. Il rosso paterno si degrada nel segno di Virginia in rosa spento, il verde può mutare. Il segno non sostituisce il lavoro del sogno, ma il sogno, che conosciamo, rivela la natura del segno. Il verde cangiante può mutare la natura dello sperma e sottoporlo a lavorazione. Ma con qualche sgomento Virginia si accorge che ora la mano si sta paralizzando. È possibile ancora tracciare linee diritte? Non è la mano, quello con cui si scrive. Il verde cangiante muta le righe in curve, le strisce in onde e pallide cave, infine in palle, fienili e pagliai, in cui il pulviscolo disseminato che lo psicotico teme con l'esplosione del godimento del padre, si contiene nella forma sferica che è sì ancora il sole ma, nel primo disegno del bambino, si può mutare in cefalòpodo, il cerchio con gli arti, il soggetto-pesce che prende a camminare in un mondo che domina in quanto vi riconosce la propria struttura. Virginia Pinzi Ghisi 7

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