lo psichico e il corporeo», in quanto consiste nella «rappresentazione psichica di una fonte di stimolo in continuo flusso, endosomatica, a differenza dello stimolo, il quale è prodotto da eccitamenti isolati e provenienti dall'esterno»10. Essa si manifesta con una carica energetica variabile, cui Freud dà il nome di libido: «Chiamiamo così [...] l'energia delle pulsioni attinenti a tutto ciò che può essere compendiato nella parola "amore"»11 ; ed è pertanto «un termine che nella teoria delle pulsioni designa l'espressione dinamica della sessualità»12 , come leggiamo nella voce «Libido» scritta da Freud, nel 1922, per lo Handworterbuch der Sexualwissenschaft, curato da Max Marcuse. Sempre in questa «voce», Freud riprende il termine, e la categoria, di «Eros», che aveva avanzato due anni prima in Al di là del principio di piacere, ribadendovi che tale termine, tratto da Platone, non fa che «compendiare nel modo migliore» «le pulsioni libidiche analiticamente a noi meglio note come pulsioni sessuali o di vita»13 • Per evitare ogni possibile equivoco - e anche in sottintesa polemica con Jung - Freud terrà a sottolineare, in Psicologia delle masse e analisi dell'Io (1921): 238 Nella psicoanalisi tali pulsioni amorose vengono chiamate, a potiori, e in base alla loro provenienza, pulsioni sessuali. Le persone «colte» hanno perlopiù considerato tale dinamizzazione un'offesa e si sono vendicate ritorcendo contro la psicoanalisi l'accusa di «pansessualismo». Chi nella sessualità scorge qualcosa di vergognoso e di degradante per la natura umana è libero di servirsi dei più distinti termini «eros» ed «erotismo». Anch'io avrei potuto fare così sin dall'inizio e certo mi sarei risparmiato molte contestazioni. Ma non ho voluto farlo perché preferisco evitare le concessioni alla pusillanimità. Se si prende questa strada non si sa dove si va a finire; si comincia con concessioni sulle parole per finire a poco a poco con concessioni sulle
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