Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

Ne risulta, per contrasto, la solitudine di Rodomonte, quasi un presagio della propria fine. Qui, lo scontro, sul quale il poeta indugia per ben ventisei ottave, acquista una solennità che dà sul tragico: è un duello pieno di sangue («Quando si vide in tante parti rosse/ il pagan l'arme»; «E insanguinargli pur tuttavia il fianco/ vede e la coscia e l'altre sue ferite», «che dalle piaghe sue, come da fonte, / lungi andò il sangue a far la terra rossa»), di furore, dominato dal presagio di una morte solenne che dà alla chiusa del poema - che le nozze di Ruggiero e Bradamante avrebbero potuto render facilmente banale - un'alta, dolente, connotazione. Se, tuttavia, l'arte dell'Ariosto si palesa ed emerge anche nel trattamento che egli compie del tema delle «armi», giustamente è stato sottolineato - dal Croce, dal Momigliano, da tanta parte della critica moderna e contemporanea - che il vero fulcro intorno al quale ruota, e si rapprende, il Furioso, è l'amore, la passione amorosa. Il poeta terrà fede sino in fondo a quanto ci avrà promesso iniziando, nel primo verso del primo canto, con un chiasmo rivelatore, che include - nell'edizione definitiva - i due termini medi («i cavallier, l'arme») nell'abbraccio degli estremi («Le donne... gli amori»)7. Quasi a controprova, quando, nei Cinque canti, l'amore passerà in seconda linea, i risultati appariranno deludenti allo stesso autore: questa «appendice» benché già composta prima della terza e definitiva edizione, non verrà da lui inclusa nel corpo del poema. 2 - «Quid est amor?» L'amore, dunque; ma come definire l'amore? Quid est amor?, è lecito domandarsi, parafrasando il celebre interrogativo di Pilato sulla «verità». L'uso di questa parola - e non solo nella nostra lingua - copre una vastissima gam236

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