Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

vede esser quel eh'ella ha giunto in stretta, che mostra al viso crespo e al pelo bianco età di settantanni o poco manco. (IV, 27) Tocca forse, questo magistero, un suo culmine nel duello tra Astolfo e Orrilo (Canto XV), «un'altra delle pagine superiori del soprannaturale ariostesco» (Momigliano)3. Come assai spesso avviene nel Furioso4 , l'episodio è ampiamente ripreso dall'Orlando Innamorato del Boiardo5 • Questi lo interrompe, per non più riprenderlo, proprio al momento dell'arrivo di Astolfo: Durando la contesa in su quel prato Un cavalliero armato vi arrivava, Che avea preso in catena un gran gigante. Ma di tal cosa più non dico avante. Ben poi ritornerò, come far soglio, E questa impresa chiara conterò... (III, III, 21) Sarà Ariosto a «contare» sino in fondo, alla morte di Orrilo, questa «impresa» di Astolfo: traendo molti spunti dalla tenzone, in Boiardo, di Orrilo con Grifone e Ariodante, ma rielaborando profondamente il tema6 . Altro segno della maestria dell'autore si rileva nella modalità con cui fa sl che si svolga il duello tra i due massimi campioni dei campi avversi, Orlando e Rodomonte. Rodomonte, nell'ordito del poema, è destinato a perire per mano di Ruggiero; di Orlando è noto che sopravviverà sino alla rotta di Roncisvalle. Evitare ogni scontro diretto tra i due, nel corso di una cosl lunga guerra, sarebbe apparsa una soluzione improbabile. Ariosto trova una via di uscita: il duello avrà luogo, ma in condizioni del tutto anomale, sotto forma di una zuffa che sfiora il grottesco. Rodomonte, rimasto «funesto» per avere decapitato, in 233

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