giorno fotografata nell'immagine alla pagina 81 è essa stessa infranta, mentre a rigor di logica potrebbe esserlo solo la foto scagliata dalla bambina. Anche in questo caso, tutto accade come se, avvalorando la lezione delle similarità paradossali, il prima e il dopo, il fuori e il dentro, perdessero la loro impermeabilità per agire come vasi comunicanti. Proponiamo di chiamare immagine-sequenza il tipo di foto che risulta da questo accavallamento di più serie referenzialmente disgiunte all'interno di un'immagine unica e non falsificata. Infatti la lettura plurale non deriva da qualche duplicazione o manipolazione dell'immagine, come nel caso del collage, ma si dà come un effetto di montaggio proprio del genere fotoromanzo, che non racconta con immagini, ma con rapporti di immagini. È per il fatto di inscriversi simultaneamente in una quantità di serie sia contigue, sia distanti o opposte, che la foto può divenire un incrocio non solo di molte immagini, ma di molte sequenze18. Realizzando il passaggio dall'unico al seriale, tale cambiamento di statuto materializza l'influenza dell'insieme sugli elementi che esso pone in opera. Osservando più attentamente la pagina 81, ad esempio, appare chiaro come sia un grandissimo numero di parametri fotografici a far affiorare l'insistenza del romanzo in seno all'immagine. È in questa prospettiva che analizzeremo brevemente il problema della cornice, poi quello del trattamento contrastato di alcuni aspetti interni dell'immagine. Non c'è nessuno scrupolo di «impaginazione» (cfr. nota 11), a prima vista, in questa foto che sembra affidare tale ruolo alla sola composizione interna, tutta fatta di calcolatissime embricature. Eppure, poiché le dimensioni dell'immagine e quelle della cornice virtuale circoscritta dai margini del libro non coincidono in modo automatico (sono necessarie delle trasformazioni perché le une possano adeguarsi alle altre), i problemi della cornice e del taglio si fanno chiaramente sentire. Una delle funzioni dei mar225
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