Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

trovando la loro origine in motivazioni e stati d'animo dissimili, si pongono su un piano complementare e si illuminano a vicenda. Padre Kolbe testimonia dell'impossibilità di una legge, di una storia che abbia senso senza riferirsi alla caritas, al comandamento dell'amore; i sopravvissuti dell'«Olocausto» che hanno commesso suicidio (oltre ad Amery e Levi occorre qui ricordare il caso Bruno Bettelheim) testimoniano a loro volta anche con la loro morte e con il loro silenzio, che si testimonia «per sempre», o non si testimonia, che la solitudine è inconcepibile, e che non c'è possibilità di «un'interruzione nell'esistenza del testimoniare», come ha scritto Enrico Castelli33 . Come si vede, il tema della testimonianza nei casi che abbiamo considerato non si presenta affatto come anacronistico, e mantiene anzi una drammatica attualità che non appare legata né alla sopravvivenza di un soggetto onnisciente, né al confondersi del soggetto nella classe, né al1'affermazione dell'assoluto porsi dell'altro in noi. I casi che abbiamo citato sono legati all'evidenza di persone in carne e ossa, e le scelte di cui si sono resi responsabili (mi riferisco alla morte, alla scelta suicida), piuttosto che una manifestazione della trascendenza, ci appaiono come drammatiche scelte esistenziali, che rimangono tali sia pure in un contesto fortemente condizionato dal punto di vista storico. Ma l'influenza più clamorosa del contesto storico in questo caso è stata proprio quella di determinare il positivo distacco dell'individuo dalla filosofia del sapere assoluto, e di aprire la possibilità invece a una nuova ricerca di senso che non può non avere ancora al suo centro la persona, le sue scelte esistenziali e, insieme, quella che Paul Ricoeur ha chiamato un'«ermeneutica della testimonianza». La filosofia della testimonianza non può essere una filosofia che rifiuta l'assoluto in quanto tale. Per la filosofia della testimonianza infatti l'assoluto è una questione dotata di senso, e quindi interpretabile: una volta riconosciuta l'esistenza di un avvenimento, di un evento imme204

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