Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

disch alla mamma, parlando del bambino: egli impediva al padre di lavorare sistemandosi sempre in un luogo nel quale gli impediva assolutamente di scrivere. Vi era a Minsk una malata di mente che errava per le strade. Si diceva che avesse un modo di toccare la gente con la mano, o di sputare, che li faceva ammalare, come suo padre e lui stesso nel sogno. Aveva avuto sempre una gran paura di questa malattia, e gli altri ragazzi la prendevano in giro. «Come sono disgraziato!»: è una parola che ripeteva spesso in questi ultimi tempi, nei quali soffriva per esser malato. Nel suo sogno non aveva la forza di pronunziare correttamente queste parole, proprio come un muto che aveva visto aMinsk: questomuto emetteva dellegrida senza poter articolare niente. Non aveva visto quello che toccava suo padre; sapeva invece come questi era potuto guarire: era anche per il fatto di toccare. Nel momento in cui i ragazzi avevano lasciato Minsk con la mamma, il padre era molto dispiaciuto di vederlo malato: adesso che stava meglio, il padre si mostrava più contento. Di questo sogno ho fornito al miomalato soltanto un'interpretazione sommaria. Quello che aveva compiuto un incantesimo magico era lui stesso, e lo aveva indovinato da solo. Ma come ha fatto? e di quale incantesimo si tratta? L'«uomo», il «qualcuno» è lui, se ne è convinto lui stesso nel corso delle associazioni libere. Sotto l'apparenza di questo «qualcuno», di questo «uomo», egli ha compiuto due operazioni. Prima di tutto incanta il padre, e l'obbliga ad esser malato: gioca questo ruolo sotto l'aspetto di un adulto. Identifica il nonno al padre, nello stesso modo in cui i Rossi hanno minacciato tanto l'uno quanto l'altro. Secondariamente, incanta se stesso (circostanza che nel suo sogno è appena mascherata): è lui stesso il ragazzo cattivo, disturba il padre apposta, e gli impedisce di scri237

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