Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

ho detto che la sua mamma faceva le cose che lui voleva soltanto per paura di contraddirlo, e che così lei, come lui sapeva benissimo, faceva il gioco della malattia. I suoi riti ossessivi, non doveva fare altro che compierli da solo, e così noi saremmo riusciti a venirne a capo; sua madre, io non avevo mica l'incarico di curarla, dunque lui la lasciasse un po' tranquilla. La mia fermezza, così diversa dalla compiacenza dei genitori, unita alla simpatia ed all'interesse che gli testimoniavo, è stata coronata dal successo. Ho annotato tre sogni che voglio riferire perché sono molto caratteristici. Il primo confermerebbe - se ce ne fosse bisogno - quello che noi pensiamo della famosa innocenza infantile, e mostra come i bambini, malgrado tutto, e nonostante ogni proibizione, notano tutto e capiscono tutto. Eccolo: «In una carrozzina ci sono tre bambine che hanno sul capo un velo bianco. Allora c'è un signore che caccia via i bambini». Nel corso dell'analisi poi aggiunse «la carrozzina andava da sola». Associazioni libere: Una delle bambine somigliava molto alla cameriera di un ristorante davanti al quale lui passava per venire da me. Ora, le cameriere «fanno delle porcherie». Un giorno la mamma ha raccontato a papà di aver incontrato per strada un giovane in compagnia di tre ragazze: era un insigne mascalzone, figlio di qualche conoscente. «Che sudicione» ha detto allora papà. Il bambino ha capito che papà voleva dire con questo che il giovane «lo faceva» con le tre ragazze. Il velo è quello che ci si mette per sposarsi. Il giorno dell'Ascensione, venendo da me, ha visto una ragazza vestita di bianco che portava un velo (prendeva parte alla processione). È al signore che era con lei che assomigliava l'uomo che nel sogno cacciava via i ragazzini. 234

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