Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 71 - autunno 1991

la duttilità dello strumento psicoanalitico», a proposito della analisi di un adolescente che prevede una seduta alla settimana, cita questa frase di Meltzer, e afferma che: «il metodo di analisi del transfert-controtransfert può essere visto come una quantità primaria ed essenziale della psicoanalisi, ma con quale profondità, differenziazione, estensione e tempestività viene usato ne costituisce certamente una variabile qualitativa». Lungo questa linea di valorizzazione del transfertcontrotransfert, Bion propone il modello del contenitorecontenuto, estratto dalla teoria kleiniana dell'identificazione proiettiva, e indica nella tolleranza, vitalità, flessibilità e recettività le qualità del contenitore, vale a dire dell'ascolto analitico. Indubbiamente il tema della «flessibilità» dello strumento psicoanalitico, di per sé, può aprire un dibattito assai ampio! Questo bel resoconto clinico se, da un lato, ci mostra oggi con evidenza i processi di scissione ed identificazione proiettiva, in particolare, nelle suggestive immagini del ragazzino di Minsk, quando diventa Monia, o il malato mentale, quando idealizza la Sokolnicka, da un altro lato ci colpisce per la mancanza di interventi interpretativi sul transfert, la mancanza di ogni notizia sul setting (tanto più interessante trattandosi di un bambino), l'assenza di riflessioni sull'analità di un presunto ossessivo (forse più maniacale che ossessivo), la non elaborazione dell'aspetto trasgressivo pur così sostenuto, la rigida coerenza col modello edipico. La nostra attenzione si ferma su questo resoconto come su di una fotografia, la quale non può dare che immagini impressionate: le qualità controtransferali di questa analista vanno immaginate, il suo zelo terapeutico ci appare oggi esagerato e dissonante con un buon assetto analitico; va immaginata anche l'atmosfera emotiva nella quale si svolgeva questo lavoro e quali affetti circolassero nella relazione terapeutica. Nel chiederci perché la Sokolnicka - lei psicoanalista di adulti - abbia accolto questo paziente bambino, mandato sì per una cura psicologica ma anche accompagnato da una diagnosi per quei tempi così sfavorevole, si può ipotizzare che essa si sentisse molto vicina a questo paziente che viveva in un contesto ambientale molto simile al suo: ambedue le famiglie, ebree, in quel periodo storico erano perseguita220

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