per entrare in contatto affettivo col bambino, e come vi sia riuscita in pieno, instaurando cioè un transfert positivo. Si interroga sul come e sul perché questo ragazzino sia guarito così presto; risponde che ciò è avvenuto in quanto la nevrosi ossessiva non ha avuto tempo di costituirsi in un sistema profondamente radicato, e perché la cura è stata precoce. Inoltre perché la sintomatologia era qualcosa che mascherava la componente isterica, sempre presente sotto una nevrosi ossessiva. «Con questo trattamento - afferma la Sokolnicka - ho capito in che modo altri psicoterapeuti raggiungono il successo senza ricorrere alla psicoanalisi. È fuori dubbio che la base essenziale di ogni psicoterapia e di ogni pedagogia è costituita dal transfert, e tanto i medici quanto i pedagogisti lo adoprano inconsciamente in modo non sistematico. E la psicoanalisi che ha istituito la utilizzazione sistematica del transfert - come del metodo delle associazioni libere - dando la possibilità di portare alla coscienza quello che è l'oggetto del rimosso. Aggiungendo a queste forme di trattamento la lotta pedagogica contro i benefici secondari che procura la malattia, non solamente si arricchisce l'arsenale terapeutico della psicoanalisi, ma ancora di più si mette al nostro servizio quello che vi è di utile negli altri metodi psicoterapeutici». 2) Dai commenti di E. Pichon (1934): Pichon osserva che questa notevole esposizione clinica termina con l'analisi di tre sogni significativi: uno esprime la collera del bambino per esser tenuto in disparte rispetto ai misteri sessuali, e la sua irritazione contro i genitori perché gli hanno fatto una sorellina; il secondo verte sulla masturbazione, ed il terzo contiene dei desideri inconsci di morte nei confronti del padre. Prosegue notando come la Sokolnicka tenti, con modestia, di esprimere le ragioni della rapidità del successo terapeutico, spiegandolo con l'età, con la precocità del trattamento e col fatto che si trattava di una nevrosi che non aveva avuto il tempo di invecchiare. Pichon nota che essa termina mostrando come questo caso contribuisca a chiarire il meccanismo dei successi ottenuti dagli psicoterapeuti non psicoanalisti, e che, nel trattamento, le associazioni libere hanno 215
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