coanalitica, fino ad allora basata su pochi studi teorici. All'inizio del suo soggiorno a Parigi, la Sokolnicka si trova a suo agio nell'ambiente letterario di quel momento: gli scrittori del gruppo detto «Club des refoulés», fra i quali André Gide, Jacques Rivière, Roger Martin du Gard, Gaston Gallimard, Jean Schlumberger, curiosi delle teorie freudiane, si riuniscono ogni settimana a casa sua: la chiamano «la dottoressa», scrivono articoli sui rapporti del freudismo con la critica letteraria, e annunziano con umorismo l'esistenza della «saison Freud», mentre nei salotti diviene di moda il dissertare di psicoanalisi. André Gide decide di intraprendere un'analisi con lei, ma la abbandona dopo la sesta seduta: questa brevissima esperienza lo ha tuttavia impressionato a tal punto, che nel suo famoso romanzo I falsi monetari invia Boris - un personaggio malato - in cura da una donna chiamata Sofroniska. Nel '22/'23 tiene conferenze all'Ecole des Hautes Etudes, ed infine viene introdotta nell'Ospedale Psichiatrico di Sainte Anne: lì non trova alcuna possibilità di lavoro, forse perché non medico, e in quanto donna. Conosce peraltro i dottori René Laforgue e Eduard Pichon, e, dal '22 al '26, trasmette loro le conoscenze freudiane, prendendoli in analisi didattica; quella di Pichon durerà ben 3 anni, un tempo ragguardevole per quell'epoca. Nel frattempo si sta costituendo a Parigi un altro gruppo di psicoanalisti francesi intorno a Marie Bonaparte, l'allieva di Freud che avrà tanta importanza nella sua vita. Il 4 novembre 1926 viene fondata la Societé Psychanalytique de Paris: Laforgue ne sarà il primo presidente, e la Sokolnicka la prima vicepresidente. Il 3 giugno 1929 alla IV Conferenza degli Psicoanalisti di lingua francese, presenta una relazione importante su «Alcuni problemi di tecnica psicoanalitica». Questo lavoro venne pubblicato sulla Revue Française de Psychanalyse5 , insieme alla ricca documentazione della discussione che ne seguì: la lettura di questo testo costituisce una testimonianza chiara dello spessore della fisionomia scientifica della Sokolnicka e delle sue intuizioni sul futuro di alcuni settori di ricerca, particolarmente quelli che si svilupperanno nel campo della psicosomatica. Partendo dalla sua esperienza clinica, essa arrivò allora a teorizzare come i pazienti affetti da un forte senso di colpa trasferissero la loro «responsabilità» sul proprio corpo: «quello che è curioso - dice - sono le persone 213
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