fin dalla nascita, poiché esso non può, propriamente, aggrapparsi a una madre priva di pelo. L'uomo, dunque, mantiene questo istinto per tutta la vita. Questo istinto, che costituisce una protezione originaria, con funzione di difesa, si manifesta come tale, durante la vita, in molte situazioni di stress. Così l'uomo angosciato cerca protezione come il bambino quando si aggrappa alla madre - come si dice usualmente: «si attacca alla sottana della madre»17. Così fanno i religiosi, che si aggrappano a forze trascendentali, cioè a Dio. Ma veniamo all'espressione pittorica dell'aggrappamento. Seguiamo l'illustrazione originale fornita da Hermann18: (figura 1): Si tratta di una madre Rheso con il suo piccolo di ventidue giorni aggrappato. (figura 2): A sinistra: Incisioni su roccia dell'India meridionale, rappresentanti l'uomo (da Buhler); A destra: Antica delineazione dell'uomo su roccia del1'Africa del Nord (da Frobenius-Obermaier). (figura 3): Donne egizie con i loro bambini, con le mani in posizione di preghiera. Le vesti servono per tenere i bambini (da Hints). (figura 4): Delineazione dell'uomo e sue stilizzazioni in ceramiche persiane del Neolitico. (figura 5): A sinistra: Delineazione dell'uomo in un antico vaso egizio del periodo predinastico (da Gordon Childe); A destra: Disegni dell'uomo di bambini di tre, quattro e cinque anni. Le posizioni delle braccia sono simili a quelle delle figure dei popoli primitivi (da Stern). Nell'opera di Hermann L'istinto filiale leggiamo come il «Ka» della mitologia egizia fosse considerata la parte più importante dell'anima. Il geroglifico «Ka» assomiglia a due braccia elevate al cielo. Il suo significato è spiegato da una leggenda: «Quando il dio del sole creò due dèi con 91
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