coerente di epistemologia genetica. Benché controverso e per alcuni versi forse superato, il suo contributo alla comprensione dello sviluppo cognitivo e, nel nostro caso particolare, dellosviluppo del pensiero ipotetico-deduttivo e formale dall'infanzia all'adolescenza, è di grande importanza. Vorremmo ricordare specificamente il libro scritto in collaborazione col matematico e logico E.W. Beth, Epistemologie mathématique et psychologie. Essai sur les relations entre la logique formelle et la pensée réelle (1961). La specificità del libro, per quanto riguarda il nostro argomento, va letta nelle conclusioni a cui arrivano gli autori, prima attraverso lo sviluppo delle rispettive competenze, poi nella confluenza delle loro vedute, secondo le quali i problemi posti dalla formalizzazione possono avere una qualche corrispondenza coi meccanismi mentali correnti. Piaget sottolinea che si potrebbe anche concludere che questi meccanismi correlativi alla formalizzazione si attualizzano solo in un'élite di soggetti (matematici e logici) e ciononostante sostenere l'esistenza delle strutture logico-matematiche come patrimonio di ogni soggetto. L'attualizzazione di queste strutture, nelle sue più spinte manifestazioni verso la formalizzazione, rappresenterebbe un punto alto, e non tanto comune, delle realizzazioni delle potenzialità umane. La ricerca piagetiana, e in particolare quella condotta nel libro scritto con Beth, concepisce le strutture logicomatematiche e infine la formalizzazione come «il punto di arrivo di un lungo processo genetico». Il matematico e il logico quindi «riscopriranno le strutture che agivano già nel pensiero pre-scientifico e costruiranno la teoria corrispondente», ciò è valido anche per le più spinte formalizzazioni. Si veda in proposito il fresco, intuitivo e disordinato, ma fertile, scritto di S. Ferenczi, Matematica (1920 circa). Si noti anche a questo riguardo l'identità di vedute di 80
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