Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

L'evitamento cognitivo è da mettere in rapporto con i fenomeni di generalizzazione retroattiva che spiegano sia la perdita di consapevolezza del materiale evitato e del processo di evitamento che le caratteristiche peculiari (psicoanaliticamente si direbbe di processo primario) che acquista il processo stesso di elaborazione (cfr. M.H. Erdelyi, 1985). Il risultato dell'evitamento viene percepito in termini di deficit più o meno gravi delle funzioni cognitive. Questo modello consente inoltre di prendere in considerazione, attraverso le nozioni di difesa e di vigilanza percettiva, noti concetti della psicoanalisi freudiana (come il ritiro degli investimenti di attenzione) che si rivelano nodali nella teorizzazione dei meccanismi attraverso i quali si attua la difesa. Sono fenomeni che possono essere efficacemente simulati al calcolatore. È possibile, oltre a ciò, introdurre nel modello le conoscenze attuali sul registro temporaneo di memoria, che tanta influenza ha, insieme all'attenzione selettiva, sul processamento dell'informazione. Sembra indubbio che un modello di questo tipo offra, a chi cerca di mettere in rapporto le ricerche cognitive con quelle psicoanalitiche (come ad esempio Erdelyi), la possibilità di unificare i fenomeni dinamici in un sistema teorico formalizzato. È altrettanto evidente che ogni sistema di questanatura lascia irrisolte due questioni che sono essenziali nella concezione psicoanalitica dei meccanismi di difesa. E cioè: la varietà e specificità dei diversi meccanismi e i loro valori semantici. Malgrado ciò consideriamo che i contributi della psi" cologia cognitiva alla comprensione dell'elaborazione dell'informazione e della soluzione di problemi (problem solving) siano .d'aiuto nell'affrontare l'argomento che ci occupa, Così pure vorremmo ricordare l'opera di Jean Piaget, che dalla sua tesi di laurea in zoologia (1917) alla sua morte (1980) lavorò senza s· osta nella costruzione di un disegno 79

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==