Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

logici proposti agli studenti. Ciò che inevitabilmente si perde nella trasmissione della matematica è il gioco, il lasciarsi portare dal proprio pensiero, la scoperta di una domanda, l'esigenza e la ricerca della risposta. L'aspetto piacevole dell'esercizio del pensiero che stimola la curiosità e l'interesse è legato proprio a quelle «puntiformi» sensazioni estatiche connesse alla vivificante esperienza che la scoperta della realtà sia una creazione del soggetto stesso. È l'illusione di aver creato la realtà che permetterebbe di accettarla anche nei suoi aspetti disillusori! È forse sull'intuizione di queste determinanti dell'animo umano, e più specificatamente infantile ed adolescenziale, che da molti anni, in Italia e all'estero, si sono sviluppati programmi e progetti-pilota per l'insegnamento della matematica. Questi progetti didattici, che sono tanto più validi quanto più precocemente messi in atto, ritardano quanto più possibile l'astrazione e la formalizzazione e in ogni caso vi pervengono tramite un lungo percorso nel quale l'osservazione e la manipolazione delle forme concrete, la costruzione di modelli e del linguaggio matematico come esigenza interiore, sono le tappe fondamentali. Dal momento che gran parte del lavoro didattico svolto è stato esposto in pubbliche mostre, è stato anche possibile vedere come il linguaggio matematico possa costituire una particolare griglia di lettura di opere tratte dal campo delle arti figurative. Possiamo allora ipotizzare che l'emozione estetica proveniente dall'opera d'arte sia in qualche modo legata anche all'emozione estetica proveniente dall'eleganza della teoria matematica che, in modo inconsapevole all'autore stesso, vi soggiace. C'è da pensare che l'arte costituisca un tramite facilitante, nel senso che stiamo indagando, all'apprendimento della matematica. 77

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