delle due azioni. Noi definiamo psicotica una mente che ragioni in questo modo se si tratta di una mente adulta in un dato contesto culturale. In un bambino piccolo o in altri contesti culturali invece questi modi di ragionamento possono essere del tutto normali. È possibile infatti che un bambino chiami «sole» una grossa arancia rotonda identificandola, sulla sola specificazione del colore, con l'astro al tramonto. In un bambino piccolo, per un dato periodo di tempo, i «nomi» e le «cose concrete» che essi denominano coincidono. Il nome «papà», ad esempio, indica per un certo tempo il solo papà del bambino, quasi come un'attribuzione personale del bambino stesso (papà mio); solo in un secondo tempo viene concepito come la denominazione condivisa di una serie di funzioni relazionali e parentali che fanno sì che ogni bambino abbia il «suo» papà. Il nome e la persona fisica sono quindi, in un primo momento, la stessa cosa proprio perché il nome «papà» non rappresenta una struttura di funzioni particolari e come tale attribuibile a qualunque persona nelle stesse condizioni. Sappiamo anche che questa condizione infantile può «riattualizzarsi» in taluni individui affetti da gravi patologie mentali per i quali le parole e gli oggetti concreti possono ridiventare la stessa cosa. Tutto ciò ci sembra analogo alla «impressione» di taluni studenti che (a2 + 2ab + b2 ) non sia il risultato di determinati calcoli e operazioni già presenti nella indicazione (a + b)2 ma che (a + b)2 sia uguale a (a2 + 2ab + b2 ) come un'identità in sé compiuta. Tutto questo a prescindere dallo svolgimento, cioè dalla struttura di risultati funzionali che permettono di trovare, usando le stesse operazioni e funzioni, il «nome matematico», cioè le formule di (a + b)3 o (a + b)4 ecc... Questi modi di ragionare, analogamente a quanto descritto in precedenza, li definiamo «psicotici», intendendo con questo termine una particolare modalità di pen71
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==