Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

chiamare il concetto meltzeriano di «smontaggio dei sensi» che trova la sua espressione più accentuata, ma non esclusiva, nello studente Carlo. Dovremmo allora ipotizzare che lo smontaggio dei sensi non è peculiare solo dello stato autistico o puramente schizofrenico, ma è un meccanismo suscettibile di essere attivato, anche in assenza di una specifica patologia, in talune circostanze, laddove vengano richieste prestazioni di un grado elevato di astrazione. È possibile pensare che il gran numero di regole matematiche (dei segni, delle parentesi, delle operazioni ecc...) necessarie per svolgere una espressione algebrica, qualora non organizzato in una «forma narrativa» tramite il significato e i reciproci legami, agisca sulla mente come una gran massa di stimoli indifferenziati, indistinguibili e insensati. Lo studente allora vaga da un'ipotesi operativa ad un'altra senza riuscire ad ancorarsi a nessuna, poiché tutte equivalenti o tutte differenti su base percettiva e non significativa, come nel caso degli studenti che risolvonò le equazioni solo se l'incognita si trova nella parte sinistra della eguaglianza. Ci sembra opportuno a questo punto specificare il significato con cui abbiamo usato le locuzioni: «equazione simbolica» di H. Segal, il termine «pensiero psicotico» o meccanismo «delirante», ecc. Il paziente schizofrenico della Segal non può più suonare in pubblico il violino perché questa azione per lui equivale a un masturbarsi davanti a tutti. Se per questo paziente le due azioni menzionate sono diventate la stessa cosa, dobbiamo ipotizzare che abbia riscontrato un qualche elemento comune e che questo elemento comune abbia preso il sopravvento su tutti gli altri elementi non comuni rendendoli, per così dire, invisibili, cosicché è passato all'identificazione del tutto. In sostanza da un'eguaglianza di «forma» sensorialmente percettibile si è passati a un'uguaglianza di significato 70

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